Il nuovo ceo di Campari è Simon Hunt. In carica da metà gennaio
Il nuovo ceo di Campari è Simon Hunt. In carica da metà gennaio
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Campari scioglie il nodo: il prossimo ceo sarà Simon Hunt, britannico, esperienza di oltre 30 anni nel settore dei premium spirits. Il top manager ha lavorato per le principali aziende del settore degli alcolici (Diageo, William Grant&Sons, Allied Domecq), maturando esperienza sui mercati internazionali, in particolare negli Stati Uniti e nei mercati emergenti.
Più recentemente, dopo due anni come consulente strategico, ha ricoperto la carica di ceo di Catalyst Spirits, un incubatore di marchi. Hunt entrerà in carica dal 15 gennaio, dopo la ratifica assembleare di gennaio. Il predecessore Matteo Fantacchiotti aveva rassegnato le dimissioni lo scorso settembre, a soli 5 mesi dalla nomina.
Via i marchi minori
Nei primi 9 mesi dell’anno, i ricavi di Campari group sono cresciuti del 2,1% a 2,277 miliardi di euro e il margine operativo lordo è stato di 590,7 milioni, -1,8%. L'utile prima delle imposte è di 423 milioni, in calo del 5%.
Le ultime scelte strategiche di Campari vanno nella direzione di migliorare l’efficienza operativa e contenere i costi, grazie alla razionalizzazione del portafoglio (con cessione dei marchi minori) per concentrarsi sui brand a maggior potenziale di crescita e redditività, consolidando la presenza nei segmenti premium e super-premium.
Consumi giù
Il calo dei consumi nel mercato mondiale pesa, anche per l’aumento dei prezzi e l’opzione dei giovani per il no alcol, sull’andamento delle grandi company degli spirits, come Rémy Cointreau, Pernod Ricard e Lvmh. Nel giro d'affari di Campari, il gigante Aperol si ritaglia quasi 600 milioni (+3,1% nei 9 mesi), il bitter 255 milioni (+6,9%) e la tequila Espolon 200 milioni (+18%). Perdono terreno il bourbon Wild Turkey con 159 milioni (-5,8%) e la vodka Skyy con 91 milioni (-9%). Il neo acquisito cognac Courvoisier apporta 33,7 milioni.
Per il bilancio 2024, l’azienda milanese "si attende un persistere del ciclo macroeconomico sfavorevole: in base all'attuale visibilità si stima una crescita delle vendite nette organiche low single digit".
Mentre per il 2025 e oltre, con l'attenuarsi dell'impatto dei fattori ciclici, il gruppo si aspetta "di continuare a sovraperformare rispetto ai competitor e guadagnare quota di mercato, grazie alla forza dei propri marchi”.
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