Ma Ikea è buona? Nella misura in cui la domanda può avere un senso per un’azienda (in questo caso una fondazione), che comunque deve tenere certi livelli – altissimi, visto che è una multinazionale – di fatturato, di utili, di margini, si può rispondere di sì: Ikea è buona. Lo dimostrano tutta una serie di indicatori relativi alle performance ambientali, alla riduzione dei consumi, all’attenzione per le persone e per il consumatore, alle numerosissime iniziative benefiche e via discorrendo.

Presentando l’ultimo Report ambientale-sociale Lars Petersson (in foto), amministratore delegato della branch italiana – ha spiegato che “il nucleo centrale della Csr nasce in Ikea, già 70 anni fa con obiettivi che sono gli stessi di oggi: contenere i costi e gli sprechi di energia e materiali, riciclare tutto il riciclabile e specialmente i rifiuti (il 90% degli scarti è oggi reimpiegato), assistere le persone meno abbienti e i senza casa, finanziare le iniziative umanitarie e le Onlus”.

Il Report di questo anno fiscale 1 settembre 2009-1 agosto 2010, evidenzia ancora parecchi passi in avanti rispetto allo scorso anno e, nelle intenzioni del management, anticipa ulteriori miglioramenti per il prossimo FY.

Ikea Italia, tanto per citare a caso – le iniziative sono talmente tante che è impossibile essere esaustivi – nel 2010 è stata la prima al mondo a introdurre nell’organizzazione la figura dell’auditor per verificare i fornitori di servizi. Ikea food, altra nota di merito, ha portato a 2080 tonnellate l’acquisto di alimenti biologici distribuiti nei suoi ristoranti (1.500 t nel 2009). E’ proseguita anche l’opera di riduzione dei consumi di acqua, con le vasche di accumulo dell’acqua piovana, con i riduttori di flusso, con le attività di sensibilizzazione. Da agosto, presso i parcheggi vicino agli ingressi dei punti di vendita di Carugate, Corsico e San Giuliano, sono attive le “case dell’acqua”, ossia dei chioschi – ormai frequentatissimi – dove chiunque può rifornirsi gratuitamente di minerale naturale e gassata.

Ma il vero fiore all’occhiello di quest’anno è il progetto sul fotovoltaico. Un investimento da 20 milioni di euro, che sta comportando l’installazione di 150.000 pannelli solari. Entro l’agosto 2011 ogni negozio Ikea (20 in Italia) sarà una piccola centrale di energia solare: pulita, rinnovabile, sostenibile. Verranno prodotti, a regime, 10 milioni di kWh di energia elettrica, pari al consumo medio di 3.300 famiglie. In questo modo si eviterà ogni anno l’emissione in atmosfera di 4.000 tonnellate di anidride carbonica, corrispondenti al quantitativo di CO2 assorbito annualmente da 400 ettari di foresta tropicale e alle emissioni di 3.300 vetture che percorrono mediamente 10.000 km.

“Non è solo bontà e coerenza con una certa filosofia – ha spiegato francamente Petersson -. Questo è un investimento sul futuro, un investimento che si ripaga in 6-10 anni”.

Attualmente il gruppo Ikea conta 320 punti di vendita situati in 38 Paesi del pianeta. In Italia l’ultimo nato è il negozio di Catania, 9 marzo, e ci sono in programma almeno altre 5 o 6 inaugurazioni, fra le quali Chieti e Roma 2.