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Intervista al dottor Gianluca Angioletti – CEO e Direttore Commerciale di OMIA laboratoires

Intervista al dottor Gianluca Angioletti – CEO e Direttore Commerciale di OMIA laboratoires
Intervista al dottor Gianluca Angioletti – CEO e Direttore Commerciale di OMIA laboratoires

Intervista al dottor Gianluca Angioletti – CEO e Direttore Commerciale di OMIA laboratoires

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Redazione

D: La sensibilità della popolazione italiana per le questioni ambientali cresce di giorno in giorno, come risponde il mercato della cosmesi a questo trend valoriale?

E perché un consumatore dovrebbe consumare cosmetici EcoBio?

R: In questo senso iI settore della Cosmesi non è diverso dagli altri settori. Assistiamo quotidianamente ad un allargamento del mercato che abbiamo contribuito in maniera sostanziale a creare. Basta pensare che una marca come OMIA è arrivata in pochissimi anni a circa 22 Milioni di euro di sell out (Dati IRI, Anno Terminante Giugno 2018) con una quasi totalità di prodotti certificati EcoBio. Siamo stati bravi e fortunati a interpretare per primi con le giuste chiavi le caratteristiche dei prodotti che la gente vuole oggi. Ingredienti Naturali e di origine naturale, assenza totale (0%) di ingredienti chimici discussi per il loro impatto sia ambientale che sull’essere umano (vedi siliconi, parabeni, coloranti sintetici, etc.), sostegno alle associazioni animaliste che nel mondo si battono contro i test animali, impiego di ingredienti da agricoltura biologica di altissima qualità. In alcuni casi sosteniamo azioni di responsabilità sociale concreta con l’acquisto di materie prime provenienti da commercio equo e solidale.

Ho elencato queste caratteristiche perché fanno parte dei motivi per cui il consumatore oggi sceglie prodotti cosmetici realizzati secondo questi valori. Il nostro successo si basa sulla capacità di accomunare tutti i predetti valori e di fare al contempo cosmetici semplici ed efficaci che danno un reale valore aggiunto a chi li usa e questo grazie alle competenze dermo-cosmetologiche che nella nostra azienda abbondano.

D: Quali sono i canali di distribuzione che rispondono meglio alla novità EcoBio Cosmesi?

R: Indubbiamente il sell out più frizzante, correlato ad un’indubbia capacità di assortire e proporre, rimane nel perimetro della grande distribuzione specializzata. I cosiddetti drugstore, da specializzati, stanno cogliendo per primi in maniera sistematica questa nuova opportunità commerciale. Anche la GDO è avanti. Negli Iper sono quasi ubiquitarie le esposizioni verticali di cosmetici naturali e anche l’offerta di marche e prodotti sta seguendo con velocità questa tendenza, che è ormai una fetta di mercato. Alcune strutture hanno già coinvolto le reti di superstore. La pedonabilità dei punti vendita mass market, unità all’attrattività di alcune marche EcoBio, tra cui indubbiamente OMIA, fanno sì che i consumatori disponibili aumentino di giorno in giorno ed il sell out risponde decisamente. I supermercati specializzati BIO in questo scenario rimangono ancorati alle loro “vecchie certezze” (in termini di brand e assortimenti trattati) ed il loro sell out nel settore profumeria rimane marginale, a causa di una proposta spesso di qualità discutibile (seleziona meglio i fornitori la GDO) e prezzi da “pre-rivoluzione Biologica” ovvero quei prezzi che si praticavano quando il bio era una nicchia per pochissime persone. Questo errore di “over-positioning” viene fatto anche da titolate strutture della GDO, che secondo me hanno confuso il concetto di “prodotto di alta qualità Italiano”, con il “fuori canale estero”. Anche il discount ha iniziato a proporre linee di prodotti cosmetici naturali con un buon rapporto qualità prezzo. Il prossimo passo che vedo avverrà quando le piccole superfici a-specializzate inizieranno a togliere spazio alle solite multinazionali per dare spazio a prodotti più distintivi e profittevoli.

D: Cosa rappresenta oggi OMIA laboratoires nel mercato Italia? E all’estero?

R: OMIA è la marca di cosmetici EcoBio più amata e venduta in Italia, ormai dal 2012 anno su anno questo primato viene confermato dai dati di mercato delle più importanti società di ricerche e analisi (IRI e Nielsen). Ancora da calcolare con accuratezza, stimiamo una quota di mercato del brand sul totale sell out dei cosmetici EcoBio nel mass market pari circa il 40%. Questi numeri seguono a una leadesrship tecnica e valoriale che contraddistingue la nostra industria e l’ha posizionata nella mente del consumatore ancor prima che il mercato ed il sell out si formassero. Per questo diciamo la marca EcoBio più amata, perché non è solo una questione di acquisti. Da leader di categoria siamo tenuti a continuare ad innovare. Proprio la capacità di proporre innovazioni desiderate dai consumatori, unita alla qualità dei prodotti, ci ha posto al primo posto nella mente del consumatore, che se non trova i nostri cosmetici in negozio si lamenta e rimanda i suoi acquisti. Non siamo ancora all’estero - stiamo avviando i primi contatti per proporci in altri mercati Europei - ma contiamo di poter esportare il nostro know how e la nostra cosmesi semplice e trasparente. Essere i numeri 1 in Italia, varrà qualcosa in Europa.

D: Quali sono le principali leve di sviluppo sulle quali punterete?

R: Persone e Formazione! Siamo leader di categoria e si può onorare questa posizione solo attraverso la ricerca e lo sviluppo di nuove formule ed il perfezionamento di quelle esistenti. La crescita delle competenze e delle capacità del capitale umano impiegato è una chiave di differenziazione cui non vogliamo rinunciare. Assumiamo biologi, cosmetologi e farmacisti anche in posizioni di contatto con il consumatore. Da questo seme arriveranno i futuri nuovi prodotti, l’ingresso in altri mercati e l’ ampliamento tanto dell’ organico, che della produzione.

D: Come saluta i nostri lettori della GDO e della GDS, che in ultimo sono pur sempre consumatori?

R: Il nostro consiglio per consumatori e per tutti quei category e compratori, che per qualsivoglia motivo non presidiano ancora la categoria EcoBio cosmesi, è quello di testare personalmente i prodotti per comprendere realmente la differenza. Il consumatore che è passato all’EcoBio non torna indietro.

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