di Alberto Corradini, Country Manager Italia, Checkpoint Systems

Lo spreco di cibo oltre ad essere un oltraggio al pianeta è un danno economico per i retailer, non solo per l'ovvia equazione che deriva da un mancato incasso e uno spreco del costo ma anche per gli ulteriori costi necessari a gestire i processi di recupero e smaltimento delle scorte scadute.

Gli aspetti che i retailer sono chiamati quotidianamente a gestire, nel caso del fresco, sono principalmente: la disponibilità a scaffale, la gestione delle scadenze, la prevenzione delle differenze inventariali, la tracciabilità del prodotto e il rapporto diretto tra personale del punto vendita e il cliente finale.

Ai retailer è richiesta sempre più un’efficiente gestione dei banchi del fresco con un’opportuna combinazione delle varietà di prodotti disponibili e di adeguate quantità; in generale può generare diffidenza nella clientela la presenza di “pezzi singoli” o di tanti pezzi prossimi alla scadenza.

I prodotti freschi pregiati sono spesso oggetto di furto presso la grande distribuzione, sia ad opera di esterni che con la complicità di addetti del punto vendita.

I prodotti, soprattutto ad alta rotazione, necessitano di una strategia per favorirne l'acquisto prima della data di scadenza tramite l’applicazione di sconti in cassa e il lancio di campagne promozionali.

Un altro aspetto, non meno importante, è quello della reputazione del venditore che potrebbe essere minata in modo definitivo da due eventi legati al sistema adottato per la tracciabilità della merce: denunce per contaminazione (ad esempio la colla di un’etichetta che entra in contatto diretto con il cibo da proteggere) oppure denunce per incidenti domestici causati da dispositivi di tracciabilità incompatibili con il congelamento e successivo scongelamento in forno a microonde.

La vendita del fresco può ottenere maggior successo se il negozio è in grado di offrire un'esperienza di acquisto assistita basata sulla relazione con un operatore del fresco in grado di accompagnare la scelta del prodotto con consigli sui tagli (ad esempio per la carne), i tempi e le modalità di cottura, gli accompagnamenti (ad esempio vini e verdure).

Qualità, tradizione e ambiente sono tre valori riconosciuti oggi dai consumatori e questi valori possono essere rappresentati da quei produttori e da quei retailer che hanno investito su processi efficienti per la gestione del fresco, soprattutto in un paese ricco di tradizione e qualità nella produzione alimentare vicina al territorio e all’ambiente come l’Italia.

Esiste una soluzione tecnologica che coniuga una risposta comune a tutte le questioni analizzate?

Una risposta forte ed efficace viene dalla tecnologia RFID: l'applicazione di un sistema di classificazione e identificazione automatica dei prodotti, porta vantaggi sia quantitativi che qualitativi al retailer, ma anche al produttore, partendo dalla fase di produzione e confezionamento, alla quotidiana operatività di negozio, sino ad arrivare al controllo di sicurezza sui punti d’uscita.

I vantaggi nascono dalla possibilità di raccogliere e analizzare in tempo reale, con un conseguente ragionevole tempo di inventario, tutti i dati di disponibilità a scaffale e delle giacenze a stock, permettendo azioni proattive che riducano gli sprechi e massimizzino le vendite.

Un cruscotto software, fruibile dall’operatore su dispositivo portatile (es. un tablet), e l’impiego di terminali RFID direttamente in corsia davanti ai banchi frigorifero, possono guidare, velocemente, tutte le operazioni necessarie all’identificazione, controllo ed eventuale ritiro del prodotto in scadenza: ne deriva un incremento delle vendite di prodotti ancora freschi, aumento della marginalità e si evita la spiacevole situazione da parte del cliente di acquistare un prodotto scaduto (perché sfuggito al controllo manuale) con conseguente indebolimento della reputazione del venditore.

Delegando ad un sistema intelligente e automatizzato le operazioni di inventario, si ottiene una maggior precisione dei dati e parallelamente una drastica riduzione dei tempi e del numero di addetti necessari per questo tipo di operazioni; questo fatto si ripercuote sull’esperienza d’acquisto perché permette il re-impiego delle risorse umane per la qualificazione del servizio e il rapporto diretto con il cliente.

In sintesi, la nuova definizione dei processi di tracciabilità consente all’organizzazione di ridisegnare in modo virtuoso i processi di logistica e distribuzione:
1. No agli sprechi: prevenire il rifiuto dei prodotti freschi scaduti
2. No all'invenduto: il fresco prossimo alla scadenza viene venduto mettendolo in promozione per tempo
3. No a processi di inventario manuale: un banco che presenta un equilibrio di quantità e varietà fidelizza i clienti
4. No alla perdita di reputazione: nessun rischio di intossicazione e utilizzo di dispositivi di tracciabilità non idonei allo scongelamento dei prodotti in microonde
5. No ai furti di alimenti freschi pregiati di alta qualità
6. No ad un'esperienza di acquisto non assistita