Negozi in svendita per colpa dello spread
Negozi in svendita per colpa dello spread
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In Italia il patrimonio immobiliare residenziale ammonta a 35 milioni di unità, mentre gli immobili nel loro complesso raggiungono 65 milioni.
Il non residenziale conta, nel complesso, circa 3,5 milioni di unità.
Un recentissimo studio di Crif Res, dedicato al segmento uffici, negozi e capannoni, spiega che, nell’ultimo anno, il non residenziale ha generato circa 50.000 compravendite. È una fetta di mercato molto più ridotta rispetto a quella del residenziale, ma che muove un totale, che nel solo 2017, è stato pari a 15,7 miliardi di euro, una cifra di tutto rispetto, pari al 15% dell’immobiliare italiano, anche perché i valori medi per unità sono molto più elevati.
Fatte 100 le transazioni relative a immobili non residenziali registrate negli ultimi 10 semestri di osservazione (dall’inizio del 2013 alla fine del 2017), la media di quelle relative a negozi e laboratori è stata pari al 50% del totale, contro il 26% degli uffici e il 24% dei capannoni.
A livello nazionale, nell’intervallo gennaio-giugno 2018, il valore medio dei negozi comprati e venduti (senza considerare i laboratori) è stato pari a 165.000 euro, ben al di sotto del dato di 5 anni or sono e inferiore anche all’anno precedente.
In compenso risulta in costante crescita la superficie, che è arrivata ad attestarsi a 98 mq contro i 75 del 2013. La combinazione tra questi indicatori fa sì, però, che il valore al mq risulti in decisa e costante diminuzione, fino a 1.558 euro.
Per quanto riguarda gli uffici, il dato medio, nella prima metà dell’anno, è di 212.000 euro, contro i 242.000 del 2014. Anche in questo caso la superficie risulta in costante crescita e, con 122 mq, arriva a superare il record del 2014. Il valore al mq, però, si conferma in costante contrazione (negli ultimi 6 anni) e si blocca a 1.748 euro.
Nel segmento dei capannoni, infine, la dinamica semestrale mostra elementi di discontinuità, con un calo sia del valore rilevato rispetto a quello dell’anno 2017 (823.000 euro contro 853.000), sia della superficie (1.504 mq vs 1.516). Ancora più evidente la differenza rispetto al 2014, quando il valore dei capannoni era risultato pari a 1.467.500 e a fronte di una superficie pari a 2.139 mq. In gennaio-giugno 2018 il dato al mq si è piazzato a 559 euro contro i 744 del 2013.
“L’attuale fase di tensione sui mercati finanziari e di peggioramento delle previsioni macroeconomiche da parte dei principali osservatori internazionali potrebbero spostare ancora in avanti la ripresa dei valori immobiliari che, al contrario, nel comparto residenziale e in alcune locazioni specifiche, si è già timidamente ravvisata – commenta Daniela Percoco, responsabile marketing e ricerca di Crif Res -. Di certo il rincaro dei finanziamenti dovuti all’innalzamento dello spread rappresenta un elemento sfavorevole. Anche gli investitori istituzionali, che tradizionalmente puntano sul non residenziale, hanno, speriamo solo temporaneamente, rallentato il ritmo, con una flessione tendenziale del 25% nei primi 9 mesi del 2018”.
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