Immobili commerciali: l'Europa vola, ma l'Italia rallenta
Immobili commerciali: l'Europa vola, ma l'Italia rallenta
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Secondo Bnp Paribas Real Estate gli investimenti in immobili non residenziali sono ancora cresciuti in Europa nel primo semestre del 2018, fino a raggiungere 115,4 miliardi di euro, il 2% in più rispetto allo stesso periodo di un anno prima.
"Il 2017 è stato un periodo record. Ma anche il 2018 è partito con molta forza, sostenuto, in particolare, da alcune grandi transazioni di complessi direzionali. Gli operatori internazionali credono nel contesto economico positivo del Vecchio Continente", afferma Larry Young, responsabile dell'international investment group del colosso finanziario. Questa fiducia ha spinto il settore uffici (+9%), che ha raggiunto il 44% del volume complessivo.
Le transazioni di immobili retail si sono stabilizzate, mentre il comparto industriale e logistico è sceso (-16%), fermandosi al 12% del totale scambiato. La Germania ha contribuito notevolmente superando il risultato dell'anno precedente (+0,1%) e registrando il secondo migliore turnover semestrale di tutti i tempi (26,1 miliardi di euro).
Il Regno Unito (30 miliardi di euro) rimane il principale mercato europeo, nonostante una riduzione tendenziale del 6 per cento. In Francia, per contro, gli investimenti hanno fatto segnare un primo semestre di tutto rilievo (+48%), con un dato pari a 12,5 miliardi.
La maggior parte degli altri Paesi ha dimostrato una ripresa notevole: citiamo solo l'Irlanda (+224%), la Polonia (+110%) e il Belgio (+81%). Solo la Repubblica Ceca (-57%), l’Italia (-35%) e la Spagna (-22%) hanno archiviato un calo.
La presenza di investitori stranieri nel mercato continentale è diminuita. Con quasi 57 miliardi di euro, da gennaio a giugno, il volume delle transazioni è calato del 5% e rappresenta ora il 49% del totale. Questo cambiamento riflette la diversa composizione degli operatori finanziari. Dopo un anno dominato dall'attività di soggetti asiatici, nel primo semestre 2018 questa categoria ha rallentato la propria attività (-24%). In salita, per contro, il dato dei soggetti americani e transfrontalieri.
Per quanto riguarda il nostro Paese “la diminuzione dei volumi di investimento rispetto allo scorso anno non è da attribuirsi a una riduzione dell’allocazione di capitali, ma alla mancanza di prodotto in offerta - spiega Cristiana Zanzottera, responsabile dell’ufficio ricerca di Bnp Paribas Real Estate Italy -. Dopo il vertice del 2017, questa carenza si è manifestata soprattutto nel mondo uffici, che ha accusato una flessione del 43 per cento. Per il futuro si devono creare opportunità per ogni tipologia di investitori, interessata a un mercato che si conferma sempre più di tipo internazionale”.
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