Il negozio più giusto per la fase due
Il negozio più giusto per la fase due
- Information
A un mese da una prima indagine, Engel & Volkers commercial Milano (brokeraggio di immobili commerciali), ha realizzato la seconda rilevazione di mercato per capire l’orientamento dei tenant.
Fra il 16 e il 18 aprile sono stati sottoposti 5 questionari a un campione di 7.000 operatori italiani suddivisi in 5 asset class: uffici, commercio, industria, logistica e investitori.
Quello che emerge, per il mondo distributivo, è l’aspettativa, non certo sorprendente, di un calo di fatturato inevitabile della parte non alimentare: per il 26% la forbice negativa, rispetto alla normalità, si piazzerà oltre il 40%, mentre, per il 53% si attesterà fra il 20 e il 40.
II tessuto imprenditoriale italiano ha mostrato, secondo E&V, un'ottima reattività e adattabilità al lockdown, attuando pratiche per mantenere in vita il rapporto con il cliente. Fra queste, le più comuni sono state la spinta esercitata sui social, l'invio di newsletter e l'attivazione di formule promozionali.
Il 16% dei rispondenti ritiene che, nel futuro, lo shopping sarà, in prima battuta, soprattutto online. L'11% è invece convinto che, a emergenza finita, tutto tornerà come prima e cioè che l'assistenza alla vendita e il rapporto umano giocheranno, nuovamente, un ruolo decisivo.
Anche la grande maggioranza degli operatori della ristorazione e dei tenant alimentari ha dovuto trovare nuove strategie per mantenere il rapporto con il cliente. Più di un rispondente su due ha intensificato la comunicazione sui social, mentre il 24% ha fatto leva sulla convenienza, avviando strategie promozionali.
Ugualmente apprezzate sono state le dirette social su quanto avviene in cucina, veri ‘dietro le quinte’, i tutorial, nonché la vendita di kit per riprodurre a casa i piatti del ristorante.
Dall'indagine sui cambiamenti delle location più ambite emerge, ancora una volta, il ruolo fondamentale che il delivery andrà a ricoprire, a discapito della somministrazione: perciò il 44% dichiara che, per futuri piani di espansione, favorirà spazi più piccoli, che consentano però la consegna a domicilio.
Il 40% punterà, invece, su collocazioni con una maggiore vivibilità, cioè dotate di dehor (24%), o semplicemente di superfici maggiori (16%). Il 12% prediligerà immobili meno centrali, favorendo la prossimità, un elemento premiato dall'emergenza sanitaria.
È opinione consolidata (68%) che le circostanze abbiano accelerato e favorito l'avvento delle dark kitchen, con conseguenti importanti trasformazioni per la ricerca di future location: spazi ridotti, senza somministrazione, senza vetrine, ma con apposite finestrelle per la consegna dei pacchi ai rider.
Anche la presenza su strade di grande passaggio non sarà più necessaria, e saranno privilegiati, se mai, marciapiedi ampi per le manovre dei corrieri.
Per l'84% degli investitori l'emergenza Covid accelererà la crisi che da tempo colpisce, come asset class, i centri commerciali. A seguire, i settori maggiormente in sofferenza saranno l’ospitalità turistica, la ristorazione, il benessere e il divertimento.
Il passare delle settimane ha appesantito i pronostici degli investitori in tema di prezzi. Prima del lockdown una maggioranza schiacciante credeva che il repricing ci sarebbe stato, ma non avrebbe superato, nella peggiore delle ipotesi, cedimenti nell’ordine del 15%. Dopo un mese, invece, il 56% crede che la caduta sarà ben più consistente.
Ti è piaciuto l'articolo?
Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.