Immobiliare: la ripresa anticipa le previsioni
Immobiliare: la ripresa anticipa le previsioni
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Nel 2020 l’effetto della crisi sanitaria sui mercati immobiliari europei determinerà un calo del fatturato superiore al 10%, con una punta del -18,3 in Spagna.
L’Italia però sta relativamente migliorando e si stima che chiuderà il consuntivo con -15,2 per cento.
Meno accentuata in cifre, ma molto più pesante, date le dimensioni del Paese, la flessione degli Usa, che perderanno il 10%, con prospettive di discesa anche più forti e durature, data la mancanza di coerenti politiche di difesa dal virus.
Come dopo ogni tempesta, anche per il real estate tornerà il bel tempo e, nel 2021, sono attesi rimbalzi importanti in tutti i Paesi, con +7,8% nella nostra Penisola, trainata dal residenziale (+9 per cento).
Sono previsioni abbastanza ottimistiche quelle emerse dal 20° European Outlook 2021, presentato, a Santa Margherita Ligure, nel corso del 28° forum di Scenari Immobiliari.
“Le stime per gli ultimi mesi del 2020 – ha detto Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – sono decisamente meno negative di quelle, catastrofiche, formulate nel primo trimestre. Dopo i vari lockdown i mercati hanno ripreso, in Europa, una modesta attività e, nel quarto trimestre, si dovrebbero recuperare trend normali in tutta l’area UE. Nel complesso ci stiamo avviando verso una quiete che prenderà vita nel 2021, ovviamente nel caso in cui i vaccini (eventuali e futuri, ndr.) siano distribuiti a gran parte della popolazione mondiale e anche grazie a importanti interventi pubblici, in ripresa. È indubbio, tuttavia, che quanto accaduto cambierà profondamente il real estate e le aspettative di investitori e utilizzatori. Il ‘niente sarà come prima’ si concretizzerà, per questo settore, nei prossimi anni”.
Sul fronte delle quotazioni medie permane, sullo scacchiere continentale, il segno meno in tutti i segmenti, con l’esclusione della logistica. Il mercato più colpito è quello commerciale, dove si amplia la forbice tra piccola e grande distribuzione. Si tratta, tuttavia, di flessioni comprese tra il 2 e il 3 per cento: più un effetto psicologico che non una vera crisi.
Nel 2021, come detto, sono attesi valori positivi, anche se modesti. Dopo un incremento delle compravendite residenziali di quasi il 25% negli ultimi 5 anni, il trend si è fermato in tutta l’Unione, mentre, per l’anno prossimo, si pronostica una reviviscenza nell’ordine dei dieci punti.
Opposto il discorso che riguarda gli investimenti istituzionali: alla fine del primo semestre 2020 hanno fatto segnare, nonostante la pandemia in atto, una crescita del 2% rispetto a gennaio-giugno 2019, attestandosi a 129 miliardi di euro. Il residenziale ha registrato un +37%, con 33 miliardi di euro solo nel primo semestre e oltre 70 in previsione per fine 2020. La logistica è risultata in crescita del 5% (circa 15 miliardi di euro). Il terziario, invece, è caduto del 16 per cento (-41 miliardi di euro).
Il retail, dal canto suo, ha messo a segno un incremento semestrale del 18% grazie alle importanti transazioni effettuate nei primi tre mesi del 2020, quando la pandemia non aveva ancora del tutto bloccato le attività.
Sul territorio nazionale si distinguono in negativo sia il residenziale, sai il commerciale. Ripresa veloce, invece, per il terziario, dove è in corso un profondo cambiamento di organizzazione del lavoro e quindi anche degli spazi aziendali. Dopo un calo del 23,6 per cento, le compravendite dovrebbero tornare leggermente in positivo, per migliorare negli anni successivi.
Il fatturato immobiliare italiano nel 2020 non raggiungerà i 110 miliardi di euro, con un calo, come indicato, del 15,2% sul 2019. Se il residenziale perderà 10 punti, l’alberghiero subirà una contrazione del 70% e il terziario di quasi il 30. Riduzioni importanti anche nel commerciale, dove l'assottigliarsi degli scambi si accompagnerà a una netta discesa delle quotazioni.
Mentre la crisi dell’immobiliare commerciale dovrebbe continuare anche il prossimo anno, il comparto alberghiero potrebbe denotare un vero boom, ovviamente nei limiti di un mercato dalle dimensioni modeste. Nel 2021, il fatturato globale dovrebbe tornare vicino alla soglia dei 120 miliardi di euro.
Sul fronte degli investimenti nel 2020 non si dovrebbero superare i 5 miliardi di euro, contro i 12 dello scorso anno mentre, per l’anno prossimo, è previsto un ritorno ai livelli medi dello scorso decennio (oltre 8 miliardi), con Milano protagonista e in forte ripresa.
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