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Un venerdì sempre più nero per offline e piccole imprese

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Un venerdì sempre più nero per offline e piccole imprese

Un venerdì sempre più nero per offline e piccole imprese

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Fabio Massi

Se su Amazon il Black Friday, è già cominciato, l’8 novembre, con un anticipo che continua fino a giovedì 18 novembre, altri, se dobbiamo credere alle previsioni, non aspetteranno invano l’ormai fatidica scadenza, che quest’anno sarà venerdì 26.

Ma tale scadenza favorirà, ancora una volta, i colossi dell’e-commerce, a partire da Amazon stessa, che sembra il vero asso pigliatutto.

A dirlo sono gli ultimi pronostici di Pwc e del suo studio “Black Friday/Cyber Monday Italy 2021” (2.000 intervistati maggiorenni) che stimano uno scontrino medio molto elevato in sé e molto più alto di quello dello scorso anno, del resto intaccato, almeno offline, dall’intensità dell’emergenza sanitaria.

Il documento parla di 235 euro a testa, contro i 157 del 2020, con una variazione secca di 50 punti verso l’alto.

Emerge che quattro italiani su cinque, pari all’85%, sono interessati a fare acquisti. Ma attenzione: il 45% dichiara di non essere troppo sicuro di volersi impegnare più di tanto, mentre un altro 41% farà shopping solo in caso di affari molto vantaggiosi.

Fra gli interessati un 86% ammette, egoisticamente, di voler comprare articoli solo per sé, mentre il 63% farà regali alla propria famiglia e il 16% ad amici e conoscenti.

Ma oltre al clima, decisamente più rilassato, di questo novembre, cosa motiva l’aumento di spesa? Secondo Pwc la pura voglia di acquistare (43%), seguita dalla speranza di trovare occasioni e buoni affari in un numero sempre maggiore di negozi (42%), oltre al risparmio sul costo dei regali natalizi (30%), tradizionalmente senza sconti.

Gli articoli più gettonati saranno quelli dell’elettronica e tecnologia, preferiti da quasi la metà (47%) dei potenziali compratori, incalzati da abbigliamento e accessori (41%), casalinghi (24), salute e bellezza (20) e libri (19).

Quanto ai canali a vincere sarà lo shopping online con consegna a domicilio, che polarizzerà oltre la metà della spesa (58%), seguita dai negozi fisici (31%) e dal clicca e ritira (8 per cento).

Non solo. Internet, e in particolare i grandi merchant online, saranno il primo metodo di ricerca di buone occasioni. I colossi, come Amazon, avranno un’incidenza informativa del 53 per cento, mentre un altro terzo dei nostri connazionali visiterà gli aggregatori di promozioni (32 per cento). Un quarto (26%) andrà, invece, a colpo sicuro, entrando nello spazio, sempre web, di uno specifico marchio.

Nonostante l’abbuffata di notizie telematiche i buoni, vecchi volantini cartacei soddisferanno il 24% delle curiosità, tallonati però dalle mail promozionali (24%).

Fra i grandi protagonisti ci sarà – serve dirlo? - Amazon, che, secondo il 70% degli intervistati è la piattaforma che offre la migliore esperienza d’acquisto. A premiare il leader è, per gli interpellati, la varietà dei prodotti (33%), seguita dalla gratuità della consegna e del reso e dalla qualità della merce (entrambi al 31%).

La sostenibilità, intesa come bisogno di contenere lo spreco, influenzerà il comportamento di nove italiani su dieci. Il 43% acquisterà solo i beni necessari, il 29% eviterà di fare spese impulsive, mentre il 26% cercherà promozioni e occasioni soltanto per marchi e prodotti attenti alle problematiche ambientali.

Ancora una volta, secondo un copione standard, il ‘Venerdì nero’ eserciterà un effetto di schiacciamento sulla campagna natalizia: il 23% prevede di comprare fino a un quarto dei regali delle feste, mentre il 28% dichiara che approfitterà delle promozioni di novembre per acquistare fino alla metà dei doni.

In sostanza, fra anticipi e predominanza dell’online, che abbia ragione Massimo Bertoni, esponente di Federmoda, quando, interpellato dal Corsera, invoca una regolamentazione?

Secondo Bertoni la ricorrenza made in Usa occupa ormai una settimana intera. A questo punto solo i grandi retailer possono contare sulle risorse, umane e finanziarie, per tenere testa a uno sforzo di questo tipo, il quale in realtà si risolve in uno svantaggio o, addirittura, in un danno, anche postumo – cioè sul Natale - per le piccole imprese commerciali.

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