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Un anno di inflazione... in calo

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Luca Salomone

di Luca Salomone

L’inflazione presenta il conto del 2023. Iniziamo dall’Italia e dai dati Istat che evidenziano, a dicembre, una variazione dei prezzi al consumo di un +0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua. In media, nel 2023, il costo della vita è aumentato del 5,7 per centro, rallentando in maniera significativa in confronto al 2022, quando la percentuale si era attestata al +8,1.

Stabilità nel carrello

Al netto degli energetici e degli alimentari freschi il tasso è del 5,1% (+3,8% nell’anno precedente) e, al netto dei soli energetici, del 5,3% (+4,1% nel 2022).

Il rallentamento su base tendenziale è dovuto per lo più ai prezzi energetici regolamentati (che accentuano la loro flessione da -34,9% a -41,6%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +3,6).

Il carrello della spesa (alimentari, cura casa e persona) si sposta in maniera molto lieve, passando dal +5,4% di due anni fa al 5,3%, una dinamica rispecchiata dai beni ad alta frequenza d’acquisto, che scendono dal +4,6% al +4,4%.

Persiste, tuttavia, un impatto più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa (+6,5%) in confronto al +5,7% dei nuclei con maggiori possibilità.

Per i soli alimentari, riporta l’Istituto, il tasso inflattivo si mantiene vivace e “con un’accelerazione del 9,8% (da +8,8% nel 2022), per effetto principalmente dei lavorati (da +8,5% a +10,9%), nonostante il progressivo rallentamento evidenziato dal secondo trimestre (+12,9%, da +15,2% del primo trimestre, finendo a +6% del quarto). I non lavorati, invece, ridimensionano la loro variazione media annua dal +9,1% del 2022 a +8,1%».

Si osserva, in sostanza, una progressiva e costante frenata nei vari trimestri. Si può dire che, anche nel largo consumo, si avverte, una bella schiarita.

Il commento di Federdistribuzione

Secondo Federdistribuzione e in base ai dati di Nielsen IQ, relativi al mese di dicembre, si conferma l’importante ruolo delle imprese della Gdo a sostegno del ‘Trimestre anti-inflazione’ e, quindi, a beneficio del potere d’acquisto.

A dicembre, il dato relativo all’andamento del prezzo medio tendenziale complessivo nel grocery, per la Dmo, continua la sua discesa per il terzo mese consecutivo, piazzandosi al +1,9% rispetto al +3,4% di novembre e al +5,1% di ottobre, con volumi in crescita del 2 per cento.

“Il segmento della marca del distributore registra, da ottobre a fine anno, risultati molto positivi – osserva la Federazione - con una crescita delle vendite a volume, a dicembre, del 6,4% e un andamento del prezzo medio tendenziale che, non solo conferma il rallentamento, ma segna una discesa dei prezzi medi dello 0,1%, rispetto al +1,2% di novembre. Relativamente ai prodotti dell’industria di marca, si registra un calo, sempre a dicembre, dello 0,4%, e un andamento del prezzo medio tendenziale del 3,5%, rispetto al dato del +5,1% di novembre».

Lo scenario europeo

E nel nostro continente? Anche qui, secondo gli ultimi dati Eurostat, la situazione evolve in modo positivo, e l’inflazione si raffredda al +2,9 per cento, mentre l’Eurozona chiude il 2023, a +3,4 per cento, rispetto a un dato 2022 di 9,2 punti.

A dicembre le variazioni su base annua meno elevate si osservano in Danimarca (+0,4%), Italia e Belgio (entrambi con un +0,5%, leggermente più alto, come abbiamo visto, il dato Istat), mentre quelle più alte caratterizzano soprattutto alcuni Paesi dell’Est: Repubblica Ceca (7,6%), Romania (+7) e Slovacchia (+6,6 per cento).

Nel mezzo molte grandi economie: Spagna +3,3, Germania +3,8 e Francia +4,1 per cento.

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