San Benedetto non ce la dà a bere (di nuovo)
San Benedetto non ce la dà a bere (di nuovo)
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Da qualche giorno è polemica per la serie di spot pubblicitari di San Benedetto, nota azienda produttrice di acque e bevande aromatizzate, che hanno come protagonista la showgirl Elisabetta Canalis.
Le réclame incriminate, in particolare quelle che promuovono l’acqua minerale e un nuovo succo di frutta privo di zuccheri aggiunti, veicolerebbero un messaggio sbagliato tanto da richiedere un intervento dell’Agcom e dello Iap (Istituto di autodisciplina pubblicitaria), in quanto inneggerebbero alla diet culture. La pubblicità secondo la pagina instagram Aestetica Sovietica (che si occupa di analisi sociale, culturale e politica) lascerebbe intendere che l’acqua possa sostituire un pasto fondamentale come la colazione grazie ai suoi “nutrienti preziosi” (cosa peraltro molto difficile data la risibile quantità di sali contenuta nell’acqua e l’assenza di calorie). Non è certo la prima volta che uno spot finisce sotto accusa e non è neanche la prima volta che San Benedetto promuove pubblicità ingannevoli. Non tutti probabilmente lo ricorderanno ma nel 2010 la società era già stata sanzionata con settantamila euro di multa.
A “punire” l’azienda veneta in quella circostanza era stata l’Autorità garante della concorrenza e del mercato in riferimento alla pubblicità delle bottiglie eco-friendly accompagnate dalla dicitura “- plastica + natura”. San Benedetto non era stata in grado di produrre nessun riferimento scientifico che comprovasse le affermazioni contenute nei claim ambientali. Non erano provati, né comprovabili, tanto la riduzione del peso delle bottiglie (almeno il 30% della plastica utilizzata) quanto il risparmio energetico che ne sarebbe derivato (una quantità di energia equivalente alla CO2 fissata da 16.000 ettari di nuovo bosco impiantato).
Volendo spezzare una lancia a favore dell’azienda in quegli anni ancora non esistevano regolamentazioni chiare, consapevolezza e cultura sulle tematiche ambientali e sostenibili. Tant’è che era stato archiviato come il classico esempio di greenwashing all’italiana. Tutt’altro discorso, invece, vale per questi recenti spot. Impossibile ahimé non mettere in relazione il fatto che la showgirl sarda abbia sostituito la colazione con le sostanze nutrienti contenute nell’acqua. La questione nei prossimi giorni verrà presa in esame dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria che ha ricevuto diverse segnalazioni e sembra intenzionato a esaminare il caso e prendere una decisione con una certa urgenza. Staremo a vedere cosa succederà.
Stefania Lorusso
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