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Quando e' l'outlet a battere Internet
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Quando e' l'outlet a battere Internet
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Dopo il sorpasso del 2008 e del 2010, l’inglese Bicester Village di Value Retail, ubicato nell’omonima cittadina dell’Oxfordshire, torna in cima alla classifica degli outlet centre europei e batte il campione dello scorso anno, La Vallée Village di Marne La Vallée, nei dintorni di Parigi, che scende ora al terzo posto. In seconda posizione si colloca Designer Outlet Center (McArthurGlen) di Roermond (Paesi Bassi), una struttura favorita dalla vicinanza al confine tedesco e da un calendario di aperture di ben 363 giorni all’anno, escluso Natale e Capodanno.
Questi i primi dati che emergono dal recentissimo “Factory Outlet Centre Performance Report Europe 2013” realizzato dalla società di consulenza tedesca Ecostra e dal francese Magdus, l’osservatorio permanente sul settore, su un campione di 80 marchi internazionali, che diventano 120 se si considera che molti titolari dei brand distribuiti hanno più di un marchio.
McArthurGlen ha difeso il primo posto come operatore continentale più competente e più capace, almeno secondo il giudizio degli operatori, seguito dalla spagnola Neinver e dall’inglese Value Retail.
Nella graduatoria dei 22 migliori Foc europei troviamo 3 centri italiani, tutti targati McArthurGlen: Noventa di Piave (quinto posto, a pari merito con l’inglese South Normanton, sempre di proprietà del leader); La Reggia di Marcianise (Napoli) che si spartisce la settima posizione con l’irlandese Kildare Outlet Village di Value Retail; Serravalle Designer Outlet di Serravalle Scrivia (Alessandria) al 17mo gradino.
In quanto a numero di piazzamenti nella top 22, le nazioni guida, tutte con 4 centri classificati, sono Gran Bretagna, Francia, e Germania. Tutto sommato il nostro Paese, con tre outlet di eccellenza, si difende bene e, specialmente grazie alle performance di McArthurGlen, non si dimostra certo arretrato in quanto a importanza della rete, una rete che contava nel 2012, secondo i dati Infocommercio, una trentina di realtà significative e due leder, ossia il colosso inglese, e l’italiana Fashion District, recentemente entrata nell’orbita di Gruppo Mittel, uno dei più antichi operatori della finanza nazionale in quanto a nascita (1885), quotato in Borsa dal 1997.
Passando alle dinamiche del settore – che la recente campagna dei saldi invernali ha confermato essere più che mai vitale nella nostra Penisola – va detto che le prospettive restano più che buone. “L'attività di espansione è ininterrotta – si legge nel report -. In media ogni operatore intende aprire 3-4 outlet nel 2014. La Germania è ancora al centro delle strategie di espansione, seguita da Francia, Italia, Svizzera, Paesi Bassi e Regno Unito. Per i titolari delle insegne presenti nei vari mall, gli outlet center sono infatti molto più remunerativi dei monomarca operanti nelle arterie commerciali delle grandi città. E qui i rendimenti sono anche superiori a quelli che si ottengono sul canale on line”. Un fatto, quest’ultimo, che sorprende molto, se pensiamo che proprio la Gran Bretagna, che guida – insieme a Svezia, Norvegia e Danimarca - la graduatoria delle maggiori nazioni acquirenti sul canale telematico, è contemporaneamente regina degli outlet centre per importanza degli operatori.
Una novità del report 2013 è il fatto che nessuno dei centri tedeschi è presente nella top 10 europea, dove si fanno strada gli italiani e dove confermano la propria importanza gli inglesi e i francesi (comunque i tedeschi non hanno perso il proprio amore per i centri di marca con 4 piazzamenti in graduatoria). Secondo Joachim Will, Pdg di Ecostra, i movimenti nella parte alta della classifica sono soprattutto spiegati dalla congiuntura economica: "Sembra vero quello che si è spesso detto, ossia che gli outlet centre prosperano in particolari in tempi di incertezza economica e di corrispondente riduzione dei consumi". Non parliamo di una semplice resistenza alla recessione, ma di un vero andamento anticiclico, che dovrà essere opportunamente verificato nelle prossime puntate del rapporto.
Negli ultimi anni, un numero crescente di marchi ha scoperto gli outlet come canale che garantisce sicurezza e controllo nella gestione degli invenduti e degli overstock. Questo vuole dire che la merce non rischia di venire declassata in circuiti “discount”. “Le griffe hanno scoperto che nei Foc esiste un potenziale, finora dormiente, di rendimento – conclude Caroline Lamy, Direttore di Magdus e co-autrice dello studio -. Ribadisco che il report dimostra la maggiore redditività degli outlet sia rispetto ai monomarca delle hightstreet sia a paragone del tanto lodato e-commerce”. Per una volta, insomma, persino Internet finisce al tappeto!
Questi i primi dati che emergono dal recentissimo “Factory Outlet Centre Performance Report Europe 2013” realizzato dalla società di consulenza tedesca Ecostra e dal francese Magdus, l’osservatorio permanente sul settore, su un campione di 80 marchi internazionali, che diventano 120 se si considera che molti titolari dei brand distribuiti hanno più di un marchio.
McArthurGlen ha difeso il primo posto come operatore continentale più competente e più capace, almeno secondo il giudizio degli operatori, seguito dalla spagnola Neinver e dall’inglese Value Retail.
Nella graduatoria dei 22 migliori Foc europei troviamo 3 centri italiani, tutti targati McArthurGlen: Noventa di Piave (quinto posto, a pari merito con l’inglese South Normanton, sempre di proprietà del leader); La Reggia di Marcianise (Napoli) che si spartisce la settima posizione con l’irlandese Kildare Outlet Village di Value Retail; Serravalle Designer Outlet di Serravalle Scrivia (Alessandria) al 17mo gradino.
In quanto a numero di piazzamenti nella top 22, le nazioni guida, tutte con 4 centri classificati, sono Gran Bretagna, Francia, e Germania. Tutto sommato il nostro Paese, con tre outlet di eccellenza, si difende bene e, specialmente grazie alle performance di McArthurGlen, non si dimostra certo arretrato in quanto a importanza della rete, una rete che contava nel 2012, secondo i dati Infocommercio, una trentina di realtà significative e due leder, ossia il colosso inglese, e l’italiana Fashion District, recentemente entrata nell’orbita di Gruppo Mittel, uno dei più antichi operatori della finanza nazionale in quanto a nascita (1885), quotato in Borsa dal 1997.
Passando alle dinamiche del settore – che la recente campagna dei saldi invernali ha confermato essere più che mai vitale nella nostra Penisola – va detto che le prospettive restano più che buone. “L'attività di espansione è ininterrotta – si legge nel report -. In media ogni operatore intende aprire 3-4 outlet nel 2014. La Germania è ancora al centro delle strategie di espansione, seguita da Francia, Italia, Svizzera, Paesi Bassi e Regno Unito. Per i titolari delle insegne presenti nei vari mall, gli outlet center sono infatti molto più remunerativi dei monomarca operanti nelle arterie commerciali delle grandi città. E qui i rendimenti sono anche superiori a quelli che si ottengono sul canale on line”. Un fatto, quest’ultimo, che sorprende molto, se pensiamo che proprio la Gran Bretagna, che guida – insieme a Svezia, Norvegia e Danimarca - la graduatoria delle maggiori nazioni acquirenti sul canale telematico, è contemporaneamente regina degli outlet centre per importanza degli operatori.
Una novità del report 2013 è il fatto che nessuno dei centri tedeschi è presente nella top 10 europea, dove si fanno strada gli italiani e dove confermano la propria importanza gli inglesi e i francesi (comunque i tedeschi non hanno perso il proprio amore per i centri di marca con 4 piazzamenti in graduatoria). Secondo Joachim Will, Pdg di Ecostra, i movimenti nella parte alta della classifica sono soprattutto spiegati dalla congiuntura economica: "Sembra vero quello che si è spesso detto, ossia che gli outlet centre prosperano in particolari in tempi di incertezza economica e di corrispondente riduzione dei consumi". Non parliamo di una semplice resistenza alla recessione, ma di un vero andamento anticiclico, che dovrà essere opportunamente verificato nelle prossime puntate del rapporto.
Negli ultimi anni, un numero crescente di marchi ha scoperto gli outlet come canale che garantisce sicurezza e controllo nella gestione degli invenduti e degli overstock. Questo vuole dire che la merce non rischia di venire declassata in circuiti “discount”. “Le griffe hanno scoperto che nei Foc esiste un potenziale, finora dormiente, di rendimento – conclude Caroline Lamy, Direttore di Magdus e co-autrice dello studio -. Ribadisco che il report dimostra la maggiore redditività degli outlet sia rispetto ai monomarca delle hightstreet sia a paragone del tanto lodato e-commerce”. Per una volta, insomma, persino Internet finisce al tappeto!
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