La sostenibilità in etichetta è diventata un tema di comunicazione rilevante: lo dice la nuova edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy. Il 22% degli oltre 120.000 prodotti rilevati ha infatti almeno un claim ‘in verde’ e genera un fatturato di oltre 10 miliardi, in crescita del 7,6 per cento in dodici mesi. Il 30% dei beni indica anche come smaltire correttamente le confezioni.

Il successo di questa tendenza, nel corso del 2020, ha portato le imprese a realizzare, in chiave sostenibile, qualcosa come 26.000 articoli di largo consumo, alimentari e non.

Dice Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy: “Il fenomeno coinvolge sia l’offerta che la domanda: durante lo scorso anno abbiamo rilevato, come mostrano i dati, un maggiore impegno da parte delle aziende, sia di produzione che di distribuzione, a fronte di una maggiore sensibilità degli acquirenti finali”.

L’attenzione al tema della sostenibilità si sposa, come detto, con quello della circolarità di filiera, dalla produzione alla gestione dei rifiuti. I consumatori sono coinvolti grazie a una “call to action” rappresentata, fra l’altro, dalle informazioni sulla riciclabilità delle confezioni: “Rispetto allo scorso giugno il numero dei prodotti che indicano se e come smaltire il packaging è cresciuto di tre punti - aggiunge Cuppini - e questa informazione paga, visto che contribuisce ad aumentare le vendite mentre, al contrario, il bilancio è negativo per chi tace”.

Non è tutto. La ricerca fotografa numerosissimi temi e diciture che, da tempo, guidano i trend di consumo: free from, rich-in’ vegano e vegetariano, biologico, halal e kosher, Fairtrade, Cruelty free.

Il metodo di lavorazione, artigianale o non filtrato, estratto a freddo o a lievitazione lenta, è altrettanto apprezzato, come lo sono indicazioni riguardanti la texture e consistenza: ruvido, croccante, morbido…

Nella cura della persona le parole magiche sono biologico, naturale, dermatologicamente testato, mentre, per la cura della casa il mantra, è, di nuovo, la questione ambientale.

Contano sempre molto, poi, l’italianità e, per il l'alimentare, la provenienza certificata (Dop, Igp, Sgt).

La vera novità, però, e la spesa anticovid. Sugli scaffali, con il passare dei mesi, sono aumentati i prodotti non alimentari accompagnati da claim riferiti al loro effetto su germi e batteri: “elimina germi e batteri”, “rimuove germi e batteri” e “aiuta a rimuovere germi e batteri”.

Se nell’anno terminante a giugno 2020 erano il 4,6% dell’assortimento rilevato dall’Osservatorio, a dicembre 2020 raggiungevano il 5,1 per cento. Si tratta di 755 referenze - fra detergenti per stoviglie, per bucato o per superfici, accessori di pulizia, prodotti per l’igiene personale o la cura dei tessuti, prodotti igienico-sanitari e parafarmaceutici – che hanno realizzato 289 milioni di euro alle casse, mettendo a segno una crescita del 48,3% in presenza di una pressione promozionale consistente, del 32,4 per cento. Al contrario i beni che non hanno esplicitato queste caratteristiche hanno avuto solo un aumento dell’1 per cento dal lato delle vendite.

Anche nell’alimentare l’argomento Covid è emerso, in modo meno prepotente, ma comunque significativo: su 76.119 prodotti alimentari confezionati rilevati nel 2020, l’Osservatorio ne ha individuati 188 (1,6% del totale) che riportavano in etichetta un’indicazione relativa alla loro capacità di supportare le difese immunitarie.

Questi beni, accomunati dai claim “rafforza il sistema immunitario” o “a supporto delle difese immunitarie” hanno ottenuto una crescita annua del 7,3%, arrivando a superare i 188 milioni di euro (2,8% del totale Immagino), una performance che si spiega con l’aumento soprattutto dell’offerta (+5,4%).

Protagonisti del carrello della spesa ‘anti Covid’ sono stati gli yogurt funzionali, che hanno rappresentato il 67% del valore delle vendite e hanno ottenuto un aumento del 6,7% rispetto al 2019. Ma la performance maggiore è stata quella di integratori e complessi vitaminici, con un +35,7%, e con un 12,2% di incidenza sul valore della categoria.

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Fonte tabelle e grafici: Osservatorio Immagino GS1 Italy, ed. 1, 2021