In un’economia con i principali parametri della crescita bloccati, o addirittura negativi, il franchising ha saputo sostanzialmente tenere le posizioni nel 2008-2014, registrando anche particolari spunti positivi.

Il giro d’affari ha segnato un +4,2%, totalizzando 23.221 milioni, mentre le insegne operative (941 in tutto) sono cresciute del 14,5 per cento. In leggera flessione invece, sempre nei 7 anni, il numero dei punti vendita (quasi 50.000), con un -3,5. Crescono ancora gli addetti occupati (186.507 persone nel 2014), con un confortante +4,1 per cento.

Questi i principali dati emersi dall’Assemblea pubblica di Assofranchising e 10a Conferenza nazionale del franchising, organizzata dall'Associazione, in partecipazione con BolognaFiere e in collaborazione con Confcommercio-Imprese per l’Italia e Indis-Unioncamere.

Il periodo di crisi ha inciso sul comparto in via marginale e solo nell’ultimo anno, dopo un periodo ininterrotto di crescita. Nel confronto 2014/2013 il giro d’affari ha chiuso a -1,2 per cento.

Ancora positivo, lo scorso anno, il saldo dei franchisor (+0,2%), mentre il leggero ripiegamento è stato il numero dei punti vendita affiliati, con un -2,6. Sostanziale stabilità, infine, per gli addetti (-0,5%).

Nel computo hanno inciso in negativo alcuni settori, come per esempio quello immobiliare, che solo negli ultimi mesi ha visto timidi segnali di apertura alla ripresa. Hanno pesato poi anche la grande distribuzione organizzata food e, in parte, l’abbigliamento.

Proprio l’abbigliamento però ha saputo però dare alcuni riscontri positivi, specie nel segmento dell’intimo e nei prodotti per bambini. Altro business trainante dell’anno è stato la ristorazione, in tutte le sue forme: piccole, medie e grandi superfici, declinate nelle diverse tipologie di offerta.

Sono segnali incoraggianti, che aprono alla ripresa: e il franchising, nel primo trimestre 2015, ha dato motivi di ottimismo.

Commenta il presidente di Assofranchising e vice presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Graziano Fiorelli: “Il mondo del retail e della distribuzione sta subendo ormai da 6 lunghi anni, i colpi di una grave crisi economica che ha, tra gli effetti più gravi, investito i consumi.

“Malgrado ciò, il franchising, anche se faticosamente, ha ‘tenuto’. Diversi indicatori segnalano la fine del lungo periodo di recessione e l’inizio di una, sia pur ancora timida, fase di sviluppo che, perché si consolidi, dovrà portare con sé, finalmente, il rilancio della domanda di beni e servizi,

“Se ciò, come tutti auspichiamo, si realizzerà, anche il franchising vedrà concretizzarsi i presupposti per riprendere il proprio percorso di crescita, viste le sue grandi potenzialità in termini di possibile maggiore penetrazione nell’apparato distributivo italiano, penetrazione oggi a un livello di poco inferiore al 7%, dunque ancora sensibilmente ridotto rispetto ad altri grandi mercati europei, come la Germania (14%) e la Francia (14,5%), per non parlare degli Usa, dove il dato supera il 38 per cento“.

Assofranchising, dal canto suo, ha stretto un’alleanza forte con Confcommercio, per il sostegno e la diffusione del franchising, che è espressione virtuosa del commercio moderno organizzato. La partnership ha visto innanzitutto l’apertura, su tutto il territorio italiano, di 50 sportelli franchising presso altrettante organizzazioni provinciali di Confcommercio-Imprese per l’Italia. Si tratta di veri e propri centri d’informazione e consulenza gratuita sul franchising per commercianti in attività, che vogliono riposizionarsi e per giovani e donne, che vogliono avviare un’impresa in condizioni di minor rischio rispetto alla pura iniziativa personale.

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