Dopo la lunga attesa apre i battenti venerdì primo maggio, presso il polo espositivo di Rho-Fiera Milano, Expo 2015, per protrarsi fino al 31 ottobre. Sono stati scritti fiumi di inchiostro e non sono certo mancate le polemiche, le analisi, i dibattiti e gli scontri dedicati a quello che sarà comunque il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione, con un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadrati, più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori attesi.

Nel tema portante - “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” - il food è il grande protagonista, un ruolo che viene ripreso dai cosiddetti “cluster”, aree tematiche dedicate alle principali materie prime e categorie alimentari – riso, cacao, frutta e legumi, spezie, cereali ecc. –, poi ribadito dalla vasta zona del Future food district - con i suoi 6.500 mq, di cui 2.500 dedicati al supermercato del futuro di Coop - e dal padiglione di Federalimentare, infine suggellato da una larga rappresentativa delle aziende partner: Coop, si è già detto, e poi marchi e nomi come Algida, Birra Moretti-Partesa, Coca Cola, Ferrero, Illy, S. Pellegrino… A vario titolo tutto il sistema del largo consumo e delle imprese sarà coinvolto.

Lecito chiedersi, all’alba di tutto questo, quale idea si sono fatti gli italiani dell’evento. Risponde un’indagine svolta da AstraRicerche per Manageritalia, l’organizzazione dei manager del terziario. Il sondaggio, svolto via web sulla popolazione fra i 15 e i 70 anni, ha avuto tre edizioni: 2011, 2012 e marzo 2015. Attualmente un generoso articolo di sintesi è pubblicato sul blog della Federazione.

Il primo elemento riguarda il livello di conoscenza nei confronti dell’evento, noto ormai praticamente a tutti (94,2%), come ben conosciuto è il tema centrale: alimentazione (71,6% delle risposte), cibo e sostenibilità (11,1%), ma anche ecologia e sostenibilità (9,8%).

Secondo i nostri connazionali Expo avrà un impatto positivo specialmente sul turismo (37,8%), darà una mano alla ripresa (17%), ma creerà anche nuove occasioni di lavoro e di promozione per il sistema Italia.

Venendo ai contro – si legge sul blog - si parte dal caos, dal traffico e dai disagi prima e durante la manifestazione, che sono allarmanti per un quinto degli italiani (20,5%), seppure in lieve calo rispetto al 2011 (23,7%). Seguno lo spreco di soldi (10,8% e in leggero aumento rispetto al 7,2% del 2011) e i favoritismi, la corruzione e le mazzette (10,4% e in forte aumento rispetto al precedente 4,2%). Crescono anche, e parecchio, le paure di abbandono delle strutture e di calo dell’occupazione alla fine dell’Expo (6,2% rispetto a uno zero), il rischio di attentati e terrorismo (5,8%, rispetto a 2,1%) e di ritardo nei lavori e di opere incompiute (4% rispetto a 1,8%).

“C’è, ma stabile, anche il rischio di ingerenze della criminalità, mafia ecc. (5,1% rispetto a 5,3%). A seguire le negatività continuano in tema di malaffare, incapacità gestionali varie e sicurezza. Invece, solo un italiano su 25 (2,5%) teme, in caso di fallimento della manifestazione, l’effetto boomerang di una brutta figura a livello mondiale”.

L’immagine di Expo è comunque, sempre secondo gli italiani, ricca di valori positivi, visto che è incentrata su temi importanti, come quelli del diritto per tutti a un cibo sano e genuino e dal momento che la rassegna darà visibilità alle nostre aziende e al nostro Paese in generale.

In ogni caso bisogna osservare che le risposte favorevoli non superano quasi mai soglie del 50%, e dunque, scrive ancora Manageritalia, la “positività è buona, ma non così forte e entusiasta come ci si potrebbe e dovrebbe aspettare, quando ormai siamo prossimi all’avvio e quasi tutti conoscono la manifestazione come importante vetrina mondiale su un tema oggi cruciale”.

Invitati a dare un voto globale alla rassegna i soggetti si esprimono, in una scala da 1 a 10, con un 6,7, come dire poco sopra la soglia della sufficienza. In sostanza, il coinvolgimento non è certo unanime: nonostante “l’interesse prevalga su tutto (55,9%, rispetto al precedente 69,5%), insieme alla speranza e alle aspettative (46%, 53,2%), questi sono pur sempre sentimenti deboli, di non piena adesione ed entusiasmo, che riguardano poi solo la metà degli intervistati”.

Staremo a vedere se gli Expo-scettici cambieranno idea in corso d’opera.