Stiamo vivendo la terza età del processo di globalizzazione e non mancano i cambiamenti nelle abitudini e nelle tipologie dei consumi. Cambiamenti strettamente legati alla modernizzazione dei paesi dell’Oriente, in particolare India e Cina, che richiedono insistentemente articoli di alta qualità e realizzano prodotti altamente competitivi a livello di prezzo, importati in Occidente e acquistati con una certa frequenza dai consumatori.

Contribuisce a condizionare i consumi anche la fiducia nel futuro economico. Gli europei dimostrano di averne meno, sia rispetto agli americani che agli asiatici dei paesi emergenti. Gli abitanti del vecchio continente vivono infatti con crescente preoccupazione la progressiva perdita di rilevanza nello scenario economico mondiale. Una preoccupazione che investe anche l’Italia e che si unisce a quella dei rincari.

E’ stato Gfk Eurisko a mettere in evidenza i nuovi atteggiamenti di chi acquista, fornendo una lettura dell’indagine Roper Reports Worldwide - condotta annualmente in 25 Paesi dagli istituti che fanno parte del gruppo Gfk – sugli orientamenti dei consumatori a livello globale e locale. La ricerca ha analizzato le caratteristiche sociodemografiche delle popolazioni, i comportamenti dei consumatori e la familiarità e il gradimento delle marche globali.

L’atteggiamento del consumatore mondiale risulta influenzato direttamente dai mutamenti sociali. Negli ultimi 30 anni, alla formula tradizionale della coppia con figli - situazione ormai in minoranza - si è sostituita quella di famiglie costituite da single, da genitori che vivono soli e da coppie senza figli. I consumatori richiedono quindi con maggiore insistenza prodotti che rispondono pienamente alle loro nuove esigenze.

Per quanto riguarda gli italiani, dall’indagine emerge un profilo maturo rispetto alla popolazione europea. Nel Belpaese infatti sono fortemente presenti gli ultrasessantenni, che superano il numero dei teenager. A livello di consumi i giovani con un’età compresa tra i 13 e i 19 anni si mostrano particolarmente aggiornati sulle tendenze in fatto di abbigliamento e concentrano buona parte delle loro spese in questo settore.

Ma è anche la tecnologia ad attrarre il consumatore globale. L’atteggiamento europeo verso le tecnologie risulta più pragmatico e meno sensibile al valore simbolico e di status. Il consumatore del vecchio continente pone particolare attenzione al prezzo del prodotto, piuttosto che alla novità.

Il telefono cellulare, per esempio, negli ultimi anni ha registrato significative accelerazioni nelle vendite. In Europa la sua diffusione è maggiore rispetto al nord America e di poco inferiore rispetto ai paesi evoluti dell’Asia.

E in Italia? Se è vero che la presenza del cellulare è particolarmente marcata, è vero anche che l’uso avanzato, multimediale e convergente di questo strumento è meno sviluppato che nel resto dell’Europa.

Un dato curioso è legato al rapporto tra trasporto e tecnologia. Il lavoratore medio globale spende infatti sette ore alla settimana nei trasporti e nei suoi viaggi quotidiani fa sempre più uso delle soluzioni tecnologiche di ultima generazione come l’iPod e i blackberry.