L’ortofrutta cambia regole, secondo quanto è emerso da Fruit Logistica 2018, che ha chiuso i battenti a Berlino venerdì 9 febbraio. I grandi trend sono evidenziati nel rapporto ‘Disruption in distribution’, redatto dalla società di consulenza internazionale Oliver Wyman e presentato in apertura della rassegna.

Si osserva, intanto, la crescita di reti di distribuzione più veloci e flessibili, caratterizzate da maggiore trasparenza, sistemi di previsione più sofisticati e da una stretta cooperazione fra i partner della catena di approvvigionamento, con negoziazioni maggiormente fluide.

Salirà ancora, poi, su scala mondiale, la vendita online, grazie ai costi di consegna inferiori, a migliori tecnologie e all’interesse della clientela finale, sempre più selettiva su qualità, praticità e varietà dei punti vendita.

"Il settore sta diventando globale e interconnesso – riassume Rainer Münch, autore principale del rapporto -, un fatto che cambia il modo in cui i freschi arrivano dalla fonte alla destinazione. La catena logistica viene costantemente ridisegnata sia dall'emergere di nuovi segmenti di mercato, sia dall'evoluzione della domanda. Le aziende della filiera, d’altra parte, si stanno espandendo e fondendo. Lo sviluppo porta all’efficienza e trasparenza, supportate da progressi tecnologici inarrestabili".

Sotto il profilo dei consumi la domanda, europea e mondiale, è in continua salita. In tale scenario Italia è chiamata a rivendicare un posto più importante, essendo, insieme alla Spagna e alla Polonia, uno dei protagonisti continentali, con un valore della produzione di 12,3 miliardi di euro.

A Berlino il ruolo del nostro Paese è risultato evidente dalla cifra record di 514 espositori - più della metà cooperative - su un totale di 3000.

Spiega Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, realtà che esprime più del 50% del valore della produzione ortofrutticola nazionale: “L’export resta la strada maestra per rafforzare la competitività del comparto, ma per aumentare i nostri ricavi oltre confine, che superano i 4 miliardi di euro, occorre puntare sui mercati extra Ue. Assume una valenza fondamentale la reciprocità nelle negoziazioni con i Paesi terzi e a una significativa riduzione dei tempi di chiusura dei protocolli fitosanitari”.

Nel mercato interno, aggiunge Vernocchi, per rafforzare la redditività occorrono politiche commerciali che mettano al centro la qualità e la valorizzazione dell’ortofrutta, anche attraverso politiche di marca. Assume inoltre una valenza strategica la sostenibilità ambientale, declinata anche sotto il profilo etico e sociale.

Sull’andamento dei nostri consumi interni ha fatto luce l’evento di inaugurazione dello Stand Italy, frutto della collaborazione fra Cso, Fruitimprese, Italia Ortofrutta, Ice e Ambasciata d’Italia.

Spiega il presidente di Cso Italy, Paolo Bruni: “Siamo appena usciti da un’annata con luci e ombre. L’andamento climatico particolare ha determinato grandi oscillazioni in termini di offerta, ma una cosa è certa: la domanda è in netta ripresa. Gli acquisti di ortofrutta in Italia, fino a novembre 2017 si sono posizionati su 7,8 milioni di tonnellate, +3% sullo stesso periodo del 2016, per un valore complessivo di 13 miliardi di euro. È un trend che parte dal 2014 e che va rafforzandosi ogni anno, coinvolgendo sia la frutta che la verdura. Si prospetta un gradimento costante nei prossimi mesi e dobbiamo cercare di cavalcare l’ondata positiva che riguarda tutto il comparto”.

I trend si confermano anche all’export, come argomenta Marco Salvi, presidente di Fruitimprese: “La crescita porterà il consuntivo 2017 a un fatturato del nostro export vicino alla soglia dei 5 miliardi. Si tratta di un risultato di tutto rispetto realizzato sia dalla capacità innovativa delle imprese, che hanno favorito la nascita di importanti aggregazioni commerciali, sia dal gioco di squadra con le istituzioni che, mi auguro, continuino a collaborare con il settore per accrescere ancora i valori dell’export attraverso l’apertura dei nuovi mercati”.

Amplia il discorso Francesco Leone, primo consigliere dell’Ambasciata d’Italia a Berlino: “Internazionalizzazione, innovazione, lotta agli sprechi, economia circolare: la filiera dell’ortofrutta si trova al centro di sfide molteplici, in primo luogo l’economia digitale e l’e-grocery. Oggi il cibo pesa, infatti, solo per il 4% del volume totale del commercio digitale italiano, ma se si guarda ad altri Paesi, come la Germania, la tendenza è espansiva. L’accesso al cibo e la lotta alla povertà alimentare rimangono al centro del dibattito politico e la filiera dell’ortofrutta ne rappresenta un tassello centrale. In Italia si recuperano 550.000 tonnellate di derrate alimentari e, in un solo anno, il nostro Paese ha guadagnato 5 posizioni nella graduatoria delle nazioni più impegnate nel contrasto allo spreco alimentare”.

Fabio Casciotti, direttore di Ice Berlino sottolinea, infine, “che il settore ortofrutticolo in Germania fattura più di 14 miliardi di euro. Le stime per l'intero 2017 indicano un valore delle importazioni dall'Italia di circa 1,6 miliardi di Euro. La nostra Penisola si è così riconfermata, con una quota del 10%, la terza fornitrice dei tedeschi, preceduta solo da Spagna e Olanda”.

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