La crisi del canale ipermercati si è rivelata più pesante del previsto per Carrefour: infatti i tagli non riguardano solo gli insediamenti di Borgomanero (No), Trofarello (To) e Pontecagnano (Salerno) – che saranno chiusi o, si spera, venduti - ma colpiranno una vasta parte della rete. Mentre i tre punti di vendita in questione occupano 500 addetti il piano dell’azienda prevede 619 esuberi totali, che dovrebbero interessare, secondo quanto spiegano i sindacati, 32 iper su una rete italiana di 57, di cui 55 a gestione diretta.

La vicenda, cominciata lo scorso 21 gennaio, ha avuto una svolta e una quantificazione il 15 febbraio, durante il primo incontro con i sindacati, mentre un secondo confronto è già stato fissato per il 10 marzo.

In una nota Filcam Cgil sottolinea “la grave situazione in cui versa Società Sviluppo Commerciale Srl, l’azienda del Gruppo che gestisce il canale ipermercati, che continua a destare forte preoccupazione, non intravedendosi a oggi alcun segnale di ripresa. Allo stato di crisi che interessa più complessivamente parte rilevante del settore distributivo, si aggiungono la situazione di difficoltà che coinvolge la formula distributiva dell’ipermercato e i piani commerciali degli ultimi anni che non sono stati in grado di risollevare le sorti dell’impresa.

Secondo Fabrizio Russo, Segretario nazionale Filcams Cgil, “Il confronto va affrontato in termini più complessivi, relativamente alle diverse realtà di cui il gruppo di compone. L’ambito di discussione deve riguardare in primo luogo l’organizzazione del lavoro, anche a partire dalla messa in discussione del modello organizzativo imposto dall’azienda e rivelatosi fallimentare, strutturato sull’implementazione delle terziarizzazioni, sul ricorso ai voucher e al lavoro somministrato e su un’estensione esasperata degli orari di apertura dei punti di vendita, 365 giorni all’anno, h24”.

Finora l’azienda, da parte sua, non ha rilasciato commenti ufficiali, limitandosi a spiegare che i 3 iper in fase di dismissioni si sono dimostrati, purtroppo, scarsamente redditivi.