Uova e colombe a rischio: i produttori scommettono sulla Gdo
Uova e colombe a rischio: i produttori scommettono sulla Gdo
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Con la Pasqua alle porte e il nuovo Dpcm che ha rimandato a lunedì 13 aprile (Pasquetta) la riapertura del Paese, svariate decine di Pmi che incentrano la propria produzione esclusivamente su uova al cioccolato e lievitati da ricorrenza sono a grave rischio.
Il settore comincia a temere che l’invenduto metta a rischio la vita stessa delle aziende. È questo l’allarme lanciato da Unione Italiana Food - l’associazione che rappresenta le principali aziende dolciarie italiane, in merito alle prospettive di vendita di colombe, uova al cioccolato e ovetti.
Dati alla mano, queste imprese (oltre 40) rischiano di perdere circa il 30 - 40% del fatturato, con ricadute negative anche da un punto di vista occupazionale.
Una spinta a portare sulle tavole la tradizione delle feste è arrivato, nei giorni scorsi, dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova che, che dalla sua pagina Facebook, all’insegna dell’hashtag #iononrinuncioalletradizioni, ha incoraggiato il consumo.
“Se tradizionalmente uova e colombe venivano acquistate come dono da portare ad amici e parenti – spiega Mario Piccialuti, direttore generale di Unione Italiana Food - nei giorni dei pranzi e degli inviti di Pasqua, quest’anno il nostro auspicio è che le persone li acquistino per sé e per il proprio nucleo familiare. Tutti abbiamo bisogno di un momento dolce e spensierato, specie in questa inedita ricorrenza, da passare tra le quattro mura”.
Secondo i dati di Unione Italiana Food, in media la produzione di uova di cioccolato e ovetti in Italia è di 31.207 tonnellate di prodotto per un fatturato di circa 275 milioni di euro, mentre le colombe toccano le 23.000 tonnellate per un valore di circa 160 milioni.
Il paradosso è che, nonostante l’emergenza, l’industria dolciaria sarebbe assolutamente pronta a fare fronte alle esigenze delle festività pasquali.
“Il mercato fatica a decollare – continua Piccialuti – e cominciamo a temere che questo possa trasformarsi in uno scoglio difficilmente superabile. Per chi non ha una diversificazione di prodotto e fa solo lievitati da ricorrenza, la Pasqua può arrivare a rappresentare anche la metà del fatturato annuale, con prospettive di perdita molto gravi se la stagione non portasse gli esiti sperati. In particolare, le aziende che operano solo attraverso il canale tradizionale, come bar e pasticcerie, si trovano in condizioni di immobilismo e pertanto la loro situazione inizia ad avere risvolti molto critici”.
“In questo particolare momento – conclude - chiediamo alla Gdo massima sensibilità e ci auguriamo che essa voglia stare al fianco delle aziende, a volte anche molto piccole che lavorano soprattutto in queste settimane. Se accetteranno di tenere un po’ più a lungo questi prodotti nei punti vendita sicuramente la risposta dei consumatori sarà positiva”.
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