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Romano Cenni: l'amara parabola di un campione

Romano Cenni: l'amara parabola di un campione
Romano Cenni: l'amara parabola di un campione

Romano Cenni: l'amara parabola di un campione

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Redazione

È mancato a 84 anni, la mattina del 13 marzo, Romano Cenni, lo storico fondatore di Mercatone Uno.

L’imprenditore, malato di cuore e da tempo ritiratosi a vita privata, è deceduto nella propria abitazione di Bologna per un attacco cardiaco.

La sua vita è stata una vera parabola, segnata, prima, da grandi successi, e poi da brucianti amarezze e sconfitte, per arrivare fino alle indagini per bancarotta.

Nel 1975 Cenni forma Siel (Società italiana elettronica), specializzata negli elettrodomestici, poi diventata Germanvox, specialista dei televisori. In seguito nasce Mercatone Germanvox, che diventa, con naturalezza, Mercatone Uno, multispecialista del non alimentare.

Mercatone – vero ipermercato del non food – diventa un modello, cresce e cresce, fino ad arrivare a oltre 80 grandi superfici, con un assortimento ampio e profondo: mobili, arredamento, casalinghi, giocattoli, bricolage, detergenti, tessile casa… Al culmine, nel 2010, il gruppo fattura 800 milioni di euro, con diversificazioni in altri settori, come quello dei preziosi, attraverso la catena ‘È Oro’.

Ma la formula è ormai troppo generalista, i colossi esteri incombono, i debiti si accumulano e l’azienda è strangolata. Si arriva al commissariamento e, il 14 febbraio di quest’anno, al secondo bando di vendita europeo, che valuta l’impero Cenni in 220 milioni di euro per una rete di 78 grandi superfici (500.000 mq totali), compresi 23 immobili di proprietà.

Nel frattempo Cenni, sponsor, amico e primo fan di Marco Pantani, ha dovuto assistere allo spegnersi del Pirata. Nel 1998 Pantani, dopo il Giro d’Italia vince anche il Tour de France e completa un medagliere di 45 vittorie. Ma il nuovo Fausto Coppi, nel 1999, viene messo sotto accusa per un valore di ematocrito sopra la media, che lo taglia fuori dal Giro d’Italia. Tenta di riprendersi, ma le accuse di doping lo portano a una grave depressione. La morte arriva nel 2004, per abuso di cocaina.

Storie parallele e senza happy end, di due campioni che comunque hanno saputo rischiare, correre, vincere, innovare e mettersi in gioco.

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