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Reverse charge: Confindustria Cuneo non ci sta
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Ne ha parlato invece, tramite il quotidiano locale, “Targatocn. t”, il Presidente di Confindustria Cuneo, nonché presidente di Valgrana (Scarnafigi, Cn), Franco Biraghi che ha chiesto che venga fermata l’approvazione in Senato dell’emendamento.
“Tale misura, che viene spacciata come lotta all'evasione fiscale – scrive Biraghi in una lettera ai parlamentai cuneesi - non consiste in altro che in un prestito forzoso e senza interessi concesso allo Stato dalle aziende che forniscono i beni di consumo alla distribuzione organizzata.
“La sua portata è devastante: moltissime imprese fornitrici resteranno senza liquidità perché non incassando più l'Iva, saranno costrette a chiedere il rimborso che riceveranno solo dopo anni di attesa e solamente se saranno in grado di fornire una fideiussione. In questo modo, lo Stato drenerà almeno 10 miliardi di liquidità alle aziende fornitrici della Gdo, favorendo inoltre i prodotti esteri che non risentono di questa normativa.
“Risultato: una catena inarrestabile di fallimenti, la chiusure di migliaia di imprese e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Confindustria Cuneo – ha concluso Biraghi - chiede con forza un vostro intervento di rottura (dei Parlamentari cuneesi, ndr) forte e chiaro nei confronti di questo provvedimento che, se venisse approvato anche dal Senato porterebbe alla distruzione di una larga fetta del tessuto produttivo della nostra nazione. Vi chiedo pertanto di non attendere oltre – conclude Biraghi - ma di prendere immediatamente una posizione chiara ed inequivocabile, perché tali misure non vengano mai adottate”.
Rincara la dose la presidente della Lega nord piemontese, Gianna Gancia: "Per le imprese fornitrici – spiega all’Ansa - sarebbe un colpo mortale, perché pagherebbero l'Iva ai propri fornitori senza poterla fatturare alla Grande distribuzione organizzata. Di fatto si tratterebbe di un prestito forzoso e senza interessi allo Stato che porterebbe le aziende alla chiusura per il ritardo dei rimborsi. Aver pensato un emendamento simile è già di per sé una vergogna, approvarlo è da criminali".
“Tale misura, che viene spacciata come lotta all'evasione fiscale – scrive Biraghi in una lettera ai parlamentai cuneesi - non consiste in altro che in un prestito forzoso e senza interessi concesso allo Stato dalle aziende che forniscono i beni di consumo alla distribuzione organizzata.
“La sua portata è devastante: moltissime imprese fornitrici resteranno senza liquidità perché non incassando più l'Iva, saranno costrette a chiedere il rimborso che riceveranno solo dopo anni di attesa e solamente se saranno in grado di fornire una fideiussione. In questo modo, lo Stato drenerà almeno 10 miliardi di liquidità alle aziende fornitrici della Gdo, favorendo inoltre i prodotti esteri che non risentono di questa normativa.
“Risultato: una catena inarrestabile di fallimenti, la chiusure di migliaia di imprese e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Confindustria Cuneo – ha concluso Biraghi - chiede con forza un vostro intervento di rottura (dei Parlamentari cuneesi, ndr) forte e chiaro nei confronti di questo provvedimento che, se venisse approvato anche dal Senato porterebbe alla distruzione di una larga fetta del tessuto produttivo della nostra nazione. Vi chiedo pertanto di non attendere oltre – conclude Biraghi - ma di prendere immediatamente una posizione chiara ed inequivocabile, perché tali misure non vengano mai adottate”.
Rincara la dose la presidente della Lega nord piemontese, Gianna Gancia: "Per le imprese fornitrici – spiega all’Ansa - sarebbe un colpo mortale, perché pagherebbero l'Iva ai propri fornitori senza poterla fatturare alla Grande distribuzione organizzata. Di fatto si tratterebbe di un prestito forzoso e senza interessi allo Stato che porterebbe le aziende alla chiusura per il ritardo dei rimborsi. Aver pensato un emendamento simile è già di per sé una vergogna, approvarlo è da criminali".
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