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Prometeia: la ripresa si consolida ma resta lenta

Prometeia: la ripresa si consolida ma resta lenta
Prometeia: la ripresa si consolida ma resta lenta

Prometeia: la ripresa si consolida ma resta lenta

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Fabio Massi

Con un miglioramento di 10,2 miliardi di euro in termini reali (+1,1% rispetto al 2014), che si aggiungono ai 3,8 miliardi recuperati lo scorso anno, si rafforza nel 2015 la ripresa dei consumi e si diffonde a tutti i mercati.

A dirlo è Prometeia nell’ultimo “Rapporto club consumo”.

La ripresa ha interessato dapprima e più intensamente i dei beni durevoli, la cui domanda era stata posticipata in attesa di una ripresa dei redditi, e via via si è diffusa nel corso del 2015 agli altri segmenti, in particolare ai prodotti moda e ad alcuni servizi (viaggi e vacanze, trasporti, intrattenimento e ristorazione).

La rimonta ha tratto linfa soprattutto dal miglioramento della spesa delle famiglie italiane, alimentato, in un contesto di bassa inflazione e incentivi fiscali, dal ritorno alla crescita dei redditi e dai progressi del mercato del lavoro, ma anche dal rafforzamento dei flussi turistici stranieri in Italia, sostenuto dal grande evento dell’Expo.

Nel biennio 2016-17, il recupero dei consumi proseguirà a un ritmo via via più sostenuto, con il consolidarsi del miglioramento del reddito disponibile. Il passo della crescita previsto per i prossimi anni sarà tuttavia moderato. A questi ritmi – spiega Prometeia - la soglia dei 1000 miliardi di consumi interni (punto di massimo a fine 2007), potrà essere nuovamente raggiunta solamente a partire dal 2020.

Prosegue peraltro il deterioramento delle performance economico-finanziarie dei distributori al dettaglio, trasversale a tutte le classi dimensionali. L’elevata competizione all’interno del settore ha imposto un calo dei margini operativi netti medi (che nel 2014 sono risultati poco sopra all’1%, da valori prossimi al 2,5% degli anni 2000-2007), solo parzialmente compensato dal contenuto miglioramento di efficienza. In tale contesto le imprese hanno fronteggiato una maggiore incidenza dei costi di struttura, mostrando, nella media dell’ultimo triennio, una marcata riduzione della capacità di generare utili.

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