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Per il 74 per cento degli italiani l'alimentazione è free from

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Per il 74 per cento degli italiani l'alimentazione è free from

Per il 74 per cento degli italiani l'alimentazione è free from

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Redazione

Ammonta a 320 milioni di euro l’anno la cifra spesa dagli italiani per l’acquisto di prodotti senza glutine, non sempre per motivi legati alla salute.

Questi beni attirano una grossa fetta di clienti, non solo celiaci, in un mercato, che sta vivendo un vero e proprio boom.

Il trend è confermato dall’Osservatorio Ixè. Il 74% dei nostri connazionali sceglie cibi che riportano in etichetta la dicitura “senza…”: senza lattosio e glutine, senza conservanti e coloranti, senza Ogm, ma anche senza zucchero e sale.

Chi acquista un prodotto alimentare, nel 45% dei casi, bada all’assenza dei conservanti, il 43% dei coloranti, il 38% cerca l’assenza degli Ogm, mentre la quota di chi cerca il senza glutine e senza lattosio arriva al 31 per cento.

Sono principalmente le donne a porre particolare attenzione alla composizione di quello che acquistano, ma sono i più giovani (18-34 anni) e i giovani adulti (35-44) a rivelarsi dei veri cultori dei free from. Chi rientra in queste fasce d’età non solo è alla ricerca di prodotti “salutari”, ma vuole anche trasmettere buone abitudini ai propri figli.

A questo proposito, Citterio, sempre attenta ai nuovi bisogni del consumatore ha ideato “UnDueTris Merenda”, lo snack completo e gustoso, pensato con il nutrizionista appositamente per le esigenze alimentari dei bambini. Acquistabile in diversi gusti: al prosciutto cotto, al salame, versione sport e soprattutto senza glutine. Quest’ultimo è composto da bastoncini di salame, 3 maxi grissini senza glutine e un frullato 95% frutta ricco di vitamina C. UnDueTris Merenda è ideale per il rientro a scuola, facile da trasportare e si conserva fuori dal frigorifero fino a 8 ore.

“Il dato esprime un insieme di fattori - commenta Margherita Sartorio -co-fondatrice e amministratore delegato di istituto Ixè -. Da un lato un rapporto più consapevole e informato con il cibo e le abitudini alimentari, grazie a una maggiore familiarità con i consigli e le conoscenze della scienza della nutrizione e dell’educazione alimentare, dall’altro una maggiore esposizione alle mode che estremizzano, e in certi casi distorcono, le indicazioni della scienza medica”.

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