Nutriscore spazzato via dall'Agcm. Conclusa l'istruttoria avviata in novembre
Nutriscore spazzato via dall'Agcm. Conclusa l'istruttoria avviata in novembre
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In Italia il Nutriscore, nato in area francese e, poi, adottato o raccomandato da Germania, Svizzera, Benelux, Paesi Bassi e Spagna, non si può usare e chi ha provato, o proverà a farlo, deve rinunciarvi perché, almeno secondo la nostra Antitrust, è confusivo, non adottato e neppure riconosciuto dal nostro Paese come metodo opportuno a guidare il consumatore nelle proprie scelte alimentari.
Queste, in sintesi le conclusioni, durissime, contenute nel ‘Bollettino’ Agcm di ieri, 1° agosto, il quale elenca gli obblighi ai quali si sono assoggettati Carrefour Italia, Pescanova e Valsoia, per conto di Weetabix e Alpen, marchi distribuiti su licenza dall’azienda italiana. Tutti i soggetti sono finiti nel mirino di un’istruttoria avviata a novembre 2021, la quale, come riportato a suo tempo da 'Distribuzione moderna, comprendeva anche altri, di cui non si fa più parola: Regime Dukan e Diet Lab (gruppo Weetabix), una, non meglio qualificata, società tedesca attiva nella produzione di caramelle e l'app francese Yuka.
Il procedimento, oltre ai diretti interessati, ha visto protagonisti, come segnalanti, Cia-Confederazione agricoltori italiani, Confagricoltura, Centromarca, Associazione italiana per i diritti del malato e del cittadino e Associazione Codici.
Giro di vite sulle Mdd Carrefour
Carrefour Italia, Gs società per azioni e Interdis, la centrale d’acquisto per i prodotti alimentari a marchio Carrefour in Francia e sviluppatrice di private label anche in Spagna, Italia, Belgio, Romania e Polonia, si sono fatti carico di togliere l’etichetta 'semaforica' da 69 prodotti commercializzati nella nostra Penisola.
Più in dettaglio, scrive l’Antitrust “i tre professionisti si impegnano a non utilizzare sul mercato italiano il Nutriscore: sui beni commissionati da GS e Carrefour ai propri fornitori e commercializzati, in Italia o all’estero, con indicazione in etichetta di GS Spa, quale operatore responsabile delle informazioni sui prodotti stessi; sui prodotti a denominazione di origine protetta (Dop), a indicazione geografica protetta (Igp); sulle specialità tradizionali garantite (Stg) e sui prodotti agroalimentari tradizionali (Pat); sui prodotti della tradizione gastronomica italiana (salumi, formaggi, olio di oliva), a prescindere dal luogo di produzione, nonché sulla gamma a marchio Terre d’Italia.
Non solo: Carrefour dovrà esporre, in modo visibile, nei punti vendita, una locandina di formato diverso a seconda della tipologia commerciale (ipermercato, market, express). Nel cartello verrà riportato il seguente testo: “I prodotti a marchio Carrefour delle linee Classic, Sensation, Extra, Original, Carrefour Bio, Carrefour Veggie, Selection e Simple, oltre che in Italia, sono commercializzate dalla società francese Interdis, facente parte del gruppo Carrefour France, in altri Paesi europei. In Francia, è stato adottato il sistema di etichettatura nutrizionale volontaria Nutriscore, che comporta l’indicazione sulla confezione del relativo logo. Il logo non è invece presente su tutti gli altri prodotti a marchio Carrefour, in quanto l’Italia non ha adottato questo sistema di dichiarazione nutrizionale volontaria”.
Le disposizioni sono obbligatorie, il procedimento viene chiuso senza accertare l’infrazione e i tre operatori hanno 90 giorni per informare l’Autorità dell’avvenuta attuazione degli impegni.
I casi Pescanova, Valsoia, Weetabix e Alpen
Idem per Pescanova, per la quale tutto si riduce a una sola referenza. Anche qui il procedimento concerne l’apposizione, sulla parte frontale della confezione di un fishburger da 200 grammi, del Nutriscore. Già il 9 maggio 2022 la società spagnola ha presentato una proposta di impegni, ribadendo di non utilizzare più gli imballi con la controversa etichetta e di avere altresì bloccato la produzione di lotti con packaging recanti il Nutriscore, non appena appresa la contrarietà dell’Italia. Il soggetto, come Carrefour, ha 90 giorni per confermare l’esito.
Valsoia-Weetabix-Alpen: “Con comunicazione del 6 dicembre 2021 – scrive l’Agcm - Weetabix ha riferito di aver adottato il sistema di bollinatura sui cereali per la prima colazione Oatibix Fio e Oatibix Fla, Weetabix 36 formelle, Weetabix Mins choco e Alpen Nas 560 g distribuiti in Italia in via esclusiva da Valsoia dal 2005, applicando il relativo meccanismo di calcolo elaborato dall’Agenzia nazionale Santé Publique France. I prodotti 'multipaese', in vendita in Italia, sono corredati da etichette in più lingue, in quanto predisposti per il mercato dell’Europa meridionale, dove ci sono nazioni in cui è diffuso il Nutriscore".
Il 20 dicembre 2021 Weetabix e Valsoia hanno presentato una proposta di impegni che prevede misure che consistono nella cessazione della distribuzione sul mercato italiano dei prodotti della linea Avena di Weetabix (Oatibix Fio e Oatibix Fla) dal 1° gennaio 2022; nella cessazione della distribuzione, sul mercato italiano, di Weetabix 36 formelle dal 1°aprile 2022; nella modifica del packaging dei prodotti Weetabix Mins choco e Alpen Nas 560 g, a decorrere dal mese di aprile 2022 (o comunque entro quattro mesi dall’eventuale accoglimento degli impegni).
In luogo del bollino francese, l’azienda intende apporre una tabella che evidenzi i dati nutrizionali più significativi, già in uso in Italia e in Europa per differenti tipologie di prodotti alimentari.
Weetabix e Valsoia hanno 60 giorni per informare l’Agcm dell’avvenuto adempimento. Anche qui, come per Pescanova e Carrefour, non è stato necessario accertare l'infrazione.
Scarica il documento dal sito dell'Agcm
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