Un bilancio abbastanza difficile da interpretare quello che Metro Group ha presentato ieri alla stampa internazionale.

Si osserva comunque, da parte del colosso distributivo, una notevole capacità di tenuta: "Le condizioni macroeconomiche in molti Paesi sono peggiorate sensibilmente rispetto al 2010. Ciò nonostante, siamo riusciti a mantenere quasi invariate le vendite del gruppo", ha confermato Olaf Koch, presidente del consiglio di amministrazione.

Le cifre evidenziano infatti un modesto arretramento del giro di affari, dello 0,8%, a 66,7 miliardi di euro. L’Ebit adjusted è passato da 2,42 a 2,37 miliardi, mentre l’utile netto è abbbastanza “dimagrito”,  da 850 a 631 milioni.

In ogni caso gli analisti si aspettavano di peggio, tant’è vero che il titolo, alla Borsa di Francoforte, ha compiuto un passo in avanti di quasi 1,6 punti.

Ha probabilmente inciso, nel contenimento di costi e perdite, Shape 2012, un programma studiato nell’ottica di migliorare efficienza e valore aggiunto. “Quello che dobbiamo fare ora è aumentare la nostra importanza per il cliente.  Abbiamo bisogno di affinare ulteriormente la nostre  prestazioni, di investire in nuove competenze  e di aumentare il livello di servizio", ha commentato  ancora Koch.

Questo significa, anche, non rallentare il ritmo delle nuove aperture: 110 quelle pianificate, rispetto alle 100 del precedente esercizio. Particolare attenzione verrà data alle due divisioni con i più alti livelli di vendite e utili: Metro Cash & Carry e Media-Saturn.