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Le incredibili gesta di Vittore, il cinese
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Le incredibili gesta di Vittore, il cinese
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Per fortuna la burocrazia cinese non ha i tempi della nostra. E così Vittore Beretta, il re dei salumi, ci ha impiegato solo un anno a ottenere tutti i permessi necessari per ideare e costruire, in tempi davvero da record, un nuovo impianto produttivo a Ma'anshan, nel distretto di Dangtu, con un esborso pari a 12 milioni di euro.
L'interesse del salumificio brianzolo verso la Repubblica Popolare non è nuovo. Da 5 anni funziona sul territorio una struttura destinata a rifornire il mercato locale. Ma quei metri quadrati non bastavano più a soddisfare una domanda che sta andando alle stelle. Da qui il bisogno di 9.000 mq tutti nuovi, dove lavoreranno 150 persone per un fatturato previsto di circa 180 milioni. Tanti, davvero tanti in assoluto, ma anche relativamente a un'azienda che ne fattura 592, cifra in crescita rispetto a un target che era fissato nel +5%, ma che, a quanto pare, è stato allegramente sfondato.
La struttura (12 milioni di investimento), che rimpiazzerà quella varata nel 2007, consentirà al salumificio di consolidare l'alleanza con il proprio partner locale, il gruppo alimentare Yurun, e di espandere ancora una quota di mercato che ha raggiunto la rimarchevole incidenza del 30%.
Beretta produce localmente - a marchio Beretta-Yurun - tutti gli articoli che presentano restrizioni all'import, mentre invece cotto e vaschette arrivano da oltre confine.
Il mercato locale è già aperto al consumo di maiale, alimento diffuso nelle ricette cinesi, ma che ora sta acquisendo uno stile di scelta e di acquisto simile a quello occidentale, anche per via della presenza di Carrefour, Metro, Auchan, Rewe, tutti clienti di Beretta.
Una storia insomma ben diversa da quella che il patron Vittore ha dovuto vivere nella zona di Lecco, dove il suo impianto da 120 milioni di euro è stato bloccato da una mancata variante del piano regolatore e da autorizzazioni mai pervenute. Il progetto non è però finito in soffitta: il salumificio tornerà primo o poi alla carica, ma solo quando le elezioni primaverili avranno cambiato gli attuali amministratori.
L'interesse del salumificio brianzolo verso la Repubblica Popolare non è nuovo. Da 5 anni funziona sul territorio una struttura destinata a rifornire il mercato locale. Ma quei metri quadrati non bastavano più a soddisfare una domanda che sta andando alle stelle. Da qui il bisogno di 9.000 mq tutti nuovi, dove lavoreranno 150 persone per un fatturato previsto di circa 180 milioni. Tanti, davvero tanti in assoluto, ma anche relativamente a un'azienda che ne fattura 592, cifra in crescita rispetto a un target che era fissato nel +5%, ma che, a quanto pare, è stato allegramente sfondato.
La struttura (12 milioni di investimento), che rimpiazzerà quella varata nel 2007, consentirà al salumificio di consolidare l'alleanza con il proprio partner locale, il gruppo alimentare Yurun, e di espandere ancora una quota di mercato che ha raggiunto la rimarchevole incidenza del 30%.
Beretta produce localmente - a marchio Beretta-Yurun - tutti gli articoli che presentano restrizioni all'import, mentre invece cotto e vaschette arrivano da oltre confine.
Il mercato locale è già aperto al consumo di maiale, alimento diffuso nelle ricette cinesi, ma che ora sta acquisendo uno stile di scelta e di acquisto simile a quello occidentale, anche per via della presenza di Carrefour, Metro, Auchan, Rewe, tutti clienti di Beretta.
Una storia insomma ben diversa da quella che il patron Vittore ha dovuto vivere nella zona di Lecco, dove il suo impianto da 120 milioni di euro è stato bloccato da una mancata variante del piano regolatore e da autorizzazioni mai pervenute. Il progetto non è però finito in soffitta: il salumificio tornerà primo o poi alla carica, ma solo quando le elezioni primaverili avranno cambiato gli attuali amministratori.
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