Iri: il largo consumo confezionato riprende ma....
Iri: il largo consumo confezionato riprende ma....
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Un + 1,4% nei volumi e un +1,7% sul versante della spesa: queste le previsioni di Iri sull'andamento del comparto del largo consumo confezionato (LCC) nei prossimi mesi del 2015, aggiornate al 30 giugno e basate su ipermercati, supermercati, superette, drugstore e discount.
Quanto al 2016 il pronostico è di un punto in più, con una piccola ripresa dei prezzi, ammesso che l'azione di espansione monetaria portata avanti dalle autorità finanziarie europee abbia successo.
Ovviamente nell’ipotesi in cui il Governo non ricorra alla «clausola di salvaguardia»: nel caso non venissero raggiunti gli obiettivi di bilancio concordati in sede di comunitaria, infatti, il rialzo dell'Iva avrebbe un effetto dirompente sull'inflazione, bloccando di nuovo la crescita.
“La prima parte del 2015 – spiega Iri - ha superato le aspettative di ripresa per i prodotti LCC espresse a fine 2014, complice anche un rimbalzo su una controcifra particolarmente negativa nello stesso periodo dell'anno precedente. Il preconsuntivo del primo semestre sancisce perciò la fine della fase critica che ha caratterizzato le vendite del comparto nel biennio 2013-2014”.
Il miglioramento della fiducia delle famiglie ha consentito di riportare gli acquisti sui livelli del 2012. E' particolarmente interessante notare che questi risultati sono stati ottenuti senza spingere ulteriormente sulla pressione promozionale di prezzo. Altro fatto degno di nota è che la ripresa delle vendite è trainata dalle marche industriali, mentre le private label continuano a segnare il passo.
Le previsioni di Iri indicano una chiusura del 2015 positiva, anche se probabilmente nella seconda parte dell'anno ci sarà un affievolimento della spinta dei primi mesi. Ciò a causa delle turbolenze finanziarie innescate dalla crisi greca e dalle crescenti incertezze sul fronte geopolitico, che potrebbero influenzare negativamente il sistema di aspettative dei nostri connazionali. Inoltre la ripresa dell'occupazione, ritenuta il principale fattore per sostenere la ripresa, è ancora incerta.
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