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Il Tribunale omologa il concordato Scarpe & Scarpe. Il 70% a Pillarstone

Il Tribunale omologa il concordato Scarpe & Scarpe. Il 70% a Pillarstone
Il Tribunale omologa il concordato Scarpe & Scarpe. Il 70% a Pillarstone

Il Tribunale omologa il concordato Scarpe & Scarpe. Il 70% a Pillarstone

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Redazione

Importante traguardo per Scarpe & Scarpe: il Tribunale di Torino ha omologato la procedura di concordato preventivo in continuità aziendale.

Il provvedimento è stato emanato, in assenza di opposizioni da parte degli aventi diritto, all’esito della verifica della regolarità della procedura di concordato e con l’ottenimento dell’87% dei voti favorevoli espressi dai creditori.

Per l’azienda torinese, entrata in crisi a causa dei vari lockdown, verificatisi dopo un impegnativo piano di investimenti 2015-2019 per l’apertura di 48 punti vendita, si apre una nuova fase, visto che è stata anche approvata l’esecuzione dell’accordo di investimento tra l’azionista Sagi holding, della famiglia Pettenuzzo, e il fondo Rsct (Responsible & sustainable corporate turnaround, Pillarstone) che acquisirà una quota pari al 70%, mentre il restante 30% rimarrà di proprietà dei fondatori.

In altre parole, la Magistratura ha autorizzato Scarpe & Scarpe a dare esecuzione a quanto previsto nella proposta e nel piano di concordato preventivo, riservando ai commissari giudiziali, Andrea Grosso e Ivano Pagliero, un ruolo di vigilanza e di controllo.

L’azienda torinese nata nel 1961, operante nei settori calzature, pelletteria, abbigliamento e valigeria, conta oggi più di 1.550 dipendenti e 137 negozi situati in 19 regioni d’Italia.

Lo stesso giorno dell’omologa il Cda ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio 2021 e l’assemblea ha ratificato il bilancio anche grazie al giudizio positivo espresso dalla società di revisione.

L’anno, nonostante l’emergenza sanitaria, si è chiuso con risultati migliori rispetto al piano, registrando, al 31 dicembre 2021, un giro d’affari al consumo di circa 220 milioni di euro, un Ebitda negativo di 1 milione di euro e una cassa pari a 36 milioni di euro, superiore di circa 10 milioni alle attese del progetto concordatario.

Anche i dati consuntivi del primo semestre 2022, nonostante l’emergenza sanitaria, il conflitto bellico, le problematiche logistiche e l’incremento del costo delle materie prime e delle componenti energetiche, sono risultati migliori rispetto a quanto previsto.

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