Responsabilità sociale, tutela dei lavoratori, rispetto dei diritti umani e di quelli dei consumatori, in una parola Csr: un buon progamma, ma i casi spiacevoli non mancano mai, né in casa nostra, né – come vedremo - all’estero.

Ecco le ultime notizie.

Carrefour: come riporta la stampa francese – in particolare il notissimo “Lsa” - la Cassazione ha condannato l’insegna per avere conteggiato nel salario il tempo di pausa. Il caso riguarda 31 addetti di Carcoop des Moulins, in Alvernia. In effetti - dato che, secondo il contratto francese, ogni addetto della gdo ha diritto a una sosta di 3 minuti ogni ora, pagati il 5% del tempo lavorato - le 35 ore settimanali valgono in realtà 36 ore e tre quarti.

Sempre Carrefour è stato coinvolto, in Cina, insieme a McDonald’s, in una faccenda, documentata dal network televisivo CCTV, di frodi in commercio. I francesi, in un punto di vendita di Zhengzhou, vendevano polli comuni come polli di fattoria, ben più costosi dei primi. Mac, invece, in un ristorante cambiava la data di scadenza di alcuni prodotti dolciari. Le due aziende si sono scusate e hanno garantito approfondimenti per la tutela del consumatore.

Inquietante l’ombra che si è stesa su Ikea in Francia. E’ stata accusata  – in seguito a un’inchiesta del giornale satirico “Le Canard Enchaîné”-, di spiare dipendenti e consumatori, avvalendosi di servizi di polizia privata, che a loro volta avrebbero attinto, attraverso un complicato “giro” informatico, anche a database ufficiali, ma scarsamente affidabili. Gli svedesi smentiscono, ma il sindacato FO richiede a gran voce di indagare mediante un’analisi contabile.

La domanda a questo punto è: fino a che punto i dirigenti e le case madri sono informati dei fatti? Oppure la colpa va attiribuita soltanto ad alcuni dipendenti con propensioni fraudolente?