Francia: sospeso il green pass per i centri commerciali
Francia: sospeso il green pass per i centri commerciali
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In Francia salta il green pass obbligatorio per i centri commerciali sopra i 20.
00 mq, ma solo fino al 5 agosto. In quella data, infatti, si pronuncerà il Consiglio Costituzionale.
La norma, già bocciata, il 19 luglio, dal parere del Consiglio di Stato, ha scatenato un conflitto di poteri ai massimi livelli, tanto che l’Assemblea Nazionale, la più importante fra le camere del Parlamento, ha dovuto portarla al voto, nella notte fra il 25 e il 26 luglio, ottenendone l’approvazione. E tutto questo per confermare quanto disposto, il 12 luglio, dal Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron e dall’Esecutivo.
Scontro libera tutti? Mica tanto visto che, in questi prossimi otto giorni saranno i prefetti a vigilare e, nel caso, a stabilire, a livello territoriale, l’applicazione del pass.
Oltre agli aspetti squisitamente legali, c’è un punto molto controverso nel sistema francese: se è vero che uno shopping center più piccolo ha un bacino di attrazione inferiore e svolge anche un compito di prossimità, è altrettanto vero che, con il crescere della superficie commerciale aumenta lo spazio a disposizione dei visitatori. Dunque si tratta, tutto sommato, di un gioco a somma zero e, secondo buonsenso, non ci sarebbe alcun motivo logico per imporre restrizioni speciali in ragione della metratura. A rigore le restrizioni dovrebbero scattare solo dopo avere misurato, con opportuni strumenti, l'affluenza e la densità dei clienti.
Il Consiglio nazionale dei centri commerciali francesi ricorda che, secondo il Consiglio di Stato “dai dati epidemiologici e dai pareri scientifici non si rileva, rispetto alle misure sanitarie già applicabili e vigenti, primo fra tutti il distanziamento sociale, un particolare valore del pass come elemento valido a contenere la propagazione dell’epidemia”.
Ulteriori limitazioni, osserva ancora il Cncc, “dovrebbero essere introdotte solo nell’interesse della salute dei cittadini e non per incitare pubblicamente alla vaccinazione, una vaccinazione che, peraltro, tutte le associazioni e federazioni del sistema distributivo hanno sempre caldeggiato e sostenuto in modo volontario”.
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