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Due giorni di private label
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Due giorni di private label
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Apre oggi i battenti a Bologna Marca 2012, la rassegna delle private label, che per due giorni terrà banco su questo peculiare e crescente settore di business. L’ultima edizione ha registrato risultati decisamente positivi: operatori professionali in crescita dell'8,37% rispetto all'edizione 2011; un andamento valorizzato ulteriormente dalla presenza di 534 operatori esteri (+7,8%).
I dati delle marche private motivano il successo della rassegna. Durante il corso del 2011 esse hanno raggiunto una quota di mercato superiore al 17%, con vendite pari a 9 miliardi di euro, in crescita del 7,2% (+4% sul versante dei volumi).
Da anni i prodotti con il nome del distributore presentano trend in salita, ma mai come ora essi hanno assunto un ruolo fondamentale nel mix di spesa degli italiani, dove troneggiano insieme ai primi prezzi (+10% di aumento), minacciando non tanto le marche leader, comunque relativamente al riparo, ma tutta la fascia di offerta media e medio-alta.
Del resto, come è noto, le private label in alcuni Paesi, soprattutto in Gran Bretagna, hanno raggiunto ormai incidenze intorno al 40%, un vertice dal quale gli italiani sono ancora ben distanti. Rimangono dunque notevoli spazi, anche perché la gdo continua a sfornare nuove linee e a proporle in abbinata a forti manovre promozionali.
Sotto il profilo della produzione le imprese fornitrici sono ben 1.600, per un incasso di 6,5 miliardi. Se in prevalenza si tratta di piccole e medie industrie, fra i produttori di private label figurano anche veri colossi specializzati e persino insospettabili multinazionali.
I dati delle marche private motivano il successo della rassegna. Durante il corso del 2011 esse hanno raggiunto una quota di mercato superiore al 17%, con vendite pari a 9 miliardi di euro, in crescita del 7,2% (+4% sul versante dei volumi).
Da anni i prodotti con il nome del distributore presentano trend in salita, ma mai come ora essi hanno assunto un ruolo fondamentale nel mix di spesa degli italiani, dove troneggiano insieme ai primi prezzi (+10% di aumento), minacciando non tanto le marche leader, comunque relativamente al riparo, ma tutta la fascia di offerta media e medio-alta.
Del resto, come è noto, le private label in alcuni Paesi, soprattutto in Gran Bretagna, hanno raggiunto ormai incidenze intorno al 40%, un vertice dal quale gli italiani sono ancora ben distanti. Rimangono dunque notevoli spazi, anche perché la gdo continua a sfornare nuove linee e a proporle in abbinata a forti manovre promozionali.
Sotto il profilo della produzione le imprese fornitrici sono ben 1.600, per un incasso di 6,5 miliardi. Se in prevalenza si tratta di piccole e medie industrie, fra i produttori di private label figurano anche veri colossi specializzati e persino insospettabili multinazionali.
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