di Luca Salomone

Chiude in forte crescita il bilancio 2022, il 72°, di Deco industrie di Bagnacavallo, in provincia di Ravenna. I dati, presentati all’assemblea dei soci, esprimono un fatturato di oltre 196 milioni di euro, rispetto ai 165 dello scorso anno, e un utile consolidato superiore a 1,5 milioni.

La cooperativa che dà lavoro a più di 600 persone (di cui un terzo soci e, per oltre il 70%, a tempo indeterminato), alligna 6 stabilimenti, tutti nella regione Emilia-Romagna. Opera sia nell’alimentare, in particolare nel dolciario e nei prodotti da forno (marchi Pineta, Saltari, Fornai & Pasticceri e Forno Buono), sia nella detergenza e nella cura della persona (Scala, Green Emotion, Risolvo, Casachiara e Hgs body care).

L’obiettivo, per il 2025, è di raddoppiare il giro d'affari, per salire a 400 milioni, grazie a nuovi e rilevanti investimenti nelle 'fabbriche', a partire da quella di Bagnacavallo, come ha spiegato l'amministratore delegato, Stanislao Fabbrino.

E tutto ciò a dispetto di un esercizio non certo semplice: «Il 2022 – commenta il presidente, Antonio Campri – è stato un anno che credevamo di tregua dalla tempesta e, invece, siamo stati travolti da scenari economici imprevedibili: inflazione, aumento delle materie prime, costi energetici altissimi. Questa condizione minacciava la nostra identità, ma il consiglio di amministrazione ha ritenuto di fare scelte rigorose e abbiamo voluto mantenere il nostro Dna cooperativo. La storia recente ci ha dato ragione: abbiamo risaldato i conti aziendali e rifondato i nostri pilastri».

«Inoltre – ha proseguito Campri –, sempre nel corso del 2022, Deco ha avviato un processo di certificazione di genere, verificato da un ente terzo, andando a ribadire che l’azienda non tollera alcuna forma di discriminazione, garantendo pari opportunità e uguaglianza tra donne e uomini. Invece, fra i progetti attivati contro il cambiamento climatico, voglio citare solo “Bike to work” (50 euro al mese per i lavoratori che si recano sul posto di lavoro in bici e senza usare l'auto), un progetto del Comune di Imola a cui abbiamo aderito con entusiasmo»

Da ricordare i fatti dello scorso 3 maggio, quando l’esondazione, che ha colpito molte zone della Romagna, ha coinvolto anche lo stabilimento di Bagnacavallo, costringendolo alla momentanea chiusura: i lavoratori però, fin da subito, hanno reagito e sono riusciti a pulire e ripristinare la piena funzionalità. In 3 giorni la produzione è ripartita, dopo avere spalato un milione e 100 mila kg di fango dai 30.000 mq di capannoni, uffici e piazzali.