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Conserve Italia e Ministero schierati contro l'impronta ambientale
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Conserve Italia e Ministero schierati contro l'impronta ambientale
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Conserve Italia gruppo cooperativo leader nel settore dell’ortofrutta trasformata, con un fatturato di oltre 1 miliardo di euro, ha siglato un importante accordo con il Ministero dell’Ambiente.
Obiettivo dell’intesa, firmata dal presidente di Conserve Italia Maurizio Gardini e dal direttore del Ministero Corrado Clini, è la riduzione e l’eventuale neutralizzazione delle emissioni di CO2 (carbon footprint) del settore conserviero per produzioni di largo consumo, in un’ottica di Life Cycle Assessment (LCA) dalla coltivazione alla distribuzione.
“Quella della sostenibilità ambientale – dichiara Gardini – è una strada seguita con decisione dal nostro gruppo, che per l’intera produzione Valfrutta utilizza già da tempo soltanto energia eolica in grado di coprire l’intero fabbisogno di energia elettrica e di evitare così, ogni anno, l’immissione in atmosfera di oltre 13.000 tonnellate di anidride carbonica”. Inoltre, l’origine italiana delle materie prime, il controllo diretto dalla semina al confezionamento e i tempi di lavorazione decisamente ridotti consentono di preservare la naturale freschezza dei frutti e degli ortaggi appena raccolti e quindi di offrire al consumatore tutto il gusto e la naturalità di un prodotto sicuro e genuino. Per questi motivi – prosegue Gardini – Conserve Italia ha deciso di sottoporre all’analisi del ciclo di vita tre prodotti Valfrutta a larghissimo consumo, ovvero Polpa di pomodoro gran cubetti di giornata, Fagioli borlotti di giornata, Nettare di pera”.
“Un impegno volontario – spiega Clini – attraverso il quale Conserve Italia sceglie di investire nel costante miglioramento della filiera di produzione. Sono più di 100 le aziende che collaborano con noi nel programma del Ministero per la valutazione dell’impronta ambientale (carbon footprint e water footprint) al fine di intraprendere pratiche virtuose in grado di diminuire le emissioni di gas serra nella produzione di beni e servizi, a favore della qualità ambientale e della competitività”.
Nello specifico, il settore “food and beverage” è indicato dalla Commissione europea come una delle aree su cui concentrare i maggiori sforzi per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità; a tale proposito, nel settembre 2011 la Commissione ha pubblicato una roadmap fissando per il 2050 una nuova linea d’azione in materia di efficienza delle risorse.
Obiettivo dell’intesa, firmata dal presidente di Conserve Italia Maurizio Gardini e dal direttore del Ministero Corrado Clini, è la riduzione e l’eventuale neutralizzazione delle emissioni di CO2 (carbon footprint) del settore conserviero per produzioni di largo consumo, in un’ottica di Life Cycle Assessment (LCA) dalla coltivazione alla distribuzione.
“Quella della sostenibilità ambientale – dichiara Gardini – è una strada seguita con decisione dal nostro gruppo, che per l’intera produzione Valfrutta utilizza già da tempo soltanto energia eolica in grado di coprire l’intero fabbisogno di energia elettrica e di evitare così, ogni anno, l’immissione in atmosfera di oltre 13.000 tonnellate di anidride carbonica”. Inoltre, l’origine italiana delle materie prime, il controllo diretto dalla semina al confezionamento e i tempi di lavorazione decisamente ridotti consentono di preservare la naturale freschezza dei frutti e degli ortaggi appena raccolti e quindi di offrire al consumatore tutto il gusto e la naturalità di un prodotto sicuro e genuino. Per questi motivi – prosegue Gardini – Conserve Italia ha deciso di sottoporre all’analisi del ciclo di vita tre prodotti Valfrutta a larghissimo consumo, ovvero Polpa di pomodoro gran cubetti di giornata, Fagioli borlotti di giornata, Nettare di pera”.
“Un impegno volontario – spiega Clini – attraverso il quale Conserve Italia sceglie di investire nel costante miglioramento della filiera di produzione. Sono più di 100 le aziende che collaborano con noi nel programma del Ministero per la valutazione dell’impronta ambientale (carbon footprint e water footprint) al fine di intraprendere pratiche virtuose in grado di diminuire le emissioni di gas serra nella produzione di beni e servizi, a favore della qualità ambientale e della competitività”.
Nello specifico, il settore “food and beverage” è indicato dalla Commissione europea come una delle aree su cui concentrare i maggiori sforzi per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità; a tale proposito, nel settembre 2011 la Commissione ha pubblicato una roadmap fissando per il 2050 una nuova linea d’azione in materia di efficienza delle risorse.
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