Un colpo micidiale alla ristorazione dal nuovo Dpcm varato dalla Presidenza del consiglio e in vigore da oggi, lunedì 26 ottobre fino al 24 novembre: tutti i locali – ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie - chiudono alle 18, mentre il premio di consolazione è il mantenimento dell’apertura domenicale e festiva, anche qui però con chiusura alle 18. Le saracinesche dei pubblici esercizi si possono alzare alle 5 del mattino ed è consentito, fino alle 24, il food delivery.

Fipe conteggia la perdita potenziale: altri 2,7 miliardi di euro, che vanno a sommarsi alla flessione, ormai permanente, delle presenze in molti locali, e al buco nero del lockdown primaverile.

Secondo le stime diramate, in una nota, da Confagricoltura i consumi alimentari extradomestici, nel 2019, hanno raggiunto 85 miliardi di euro, mentre le valutazioni di Ismea, quantificano le perdite cumulate 2020 in 34 miliardi di euro.

“Il settore della ristorazione – scrive la confederazione – è, tra quelli presi in considerazione dai provvedimenti del governo, quello che avrà un impatto maggiore sui settori collegati all’Horeca, in primo luogo quello agroalimentare”, che, facendo una media grossolana trae circa un 20 per cento del fatturato dalle imprese del fuori casa. Da ricordare che, nel nostro Paese, il gran totale dei consumi di alimentari e bevande ha toccato, lo scorso anno, 250 miliardi di euro.