Circana: private label più inflattive, ma anche più dinamiche
Circana: private label più inflattive, ma anche più dinamiche
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di Luca Salomone
Le private label rappresentano oggi il 38% delle vendite di beni di largo consumo in Europa, per un valore di 229 miliardi di euro e, nonostante il loro aumento dei prezzi sia stato superiore, in proporzione, a quello dei prodotti di marca, esse continuano a registrare, nel quarto trimestre, crescite di quota e forti picchi in quasi tutte le maggiori categorie Llc.
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Dieci milioni di codici
Lo spiega Circana nella nuova edizione di Fmcg demand signals, studio semestrale che coinvolge i sei principali mercati europei (Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Paesi Bassi), analizzando più di 230 categorie, per oltre duemila segmenti merceologici e più di 10 milioni di codici Ean.
Il rapporto sottolinea una variazione positiva della marca del distributore in tutti i sei maggiori mercati europei, con la penetrazione più alta in Spagna (47%) e Germania (41%) e la più bassa nel Regno Unito (37%), dove i consumatori restano più fedeli all’Idm.
Commenta Ananda Roy, global Svp, strategic growth insights di Circana: «Le private label hanno fatto molta strada rispetto a quando, circa 40 anni fa, sono arrivate sugli scaffali. Gli investimenti dei distributori a sostegno dello sviluppo di questi prodotti stanno dando i loro frutti. Oggi queste referenze vengono percepite come buone, o addirittura migliori, rispetto a molti prodotti di marca con cui competono. I consumatori le considerano innovative. Di conseguenza, non sono più l'alternativa economica al brand che viene motivata dal prezzo: gli shopper acquistano Mdd per la loro capacità di offrire qualcosa di nuovo e di buona qualità».
Lo studio rivela, fra l’altro, che i clienti “fedelissimi” al marchio del distributore equivalgo a quelli “fedelissimi” ai prodotti di marca: il 60% degli intervistati ritiene che le Pl siano innovative, di qualità, sostenibili e altrettanto buone rispetto ai marchi industriali; il 25% le considera addirittura migliori.
Il 21% dei consumatori - molti dei quali con reddito medio - è indeciso e acquista entrambe le tipologie, affermando però che, oggi, le marche del distributore sono migliori rispetto ai marchi industriali.
Le categorie preferite
Gli acquirenti, inoltre, scelgono di comprare Mdd principalmente per l’alimentare e, dal momento che l’inflazione ha colpito maggiormente questo comparto, la private label mostra una penetrazione più elevata per i reparti del freddo, del fresco e dei beni a temperatura ambiente.
Per quanto riguarda i generi non edibili, invece, la diffusione delle marche del distributore è maggiore nel cura casa e, in particolare, nei segmenti dei detersivi e igienizzanti.
La categoria delle bevande alcoliche e alcuni alimenti per l'infanzia hanno visto, invece, una crescita molto parziale delle Mdd. Per questi beni i consumatori sono rimasti più fedeli ai loro marchi di fiducia. I distributori, per contrastare questa tendenza, stanno allora introducendo sugli scaffali articoli innovativi, come birre analcoliche o prodotti artigianali di alta qualità, realizzati con ingredienti di provenienza locale.
E ancora: una larghissima maggioranza dei consumatori, come detto, considera le Pl innovative e questo si traduce in un importante fattore di crescita.
Infine i clienti che acquistano prodotti a marchio del distributore cercano un giusto equilibrio fra il prezzo (il 78% cerca attivamente i prezzi più bassi) e qualità: il 72% presta attenzione alle etichette dei prodotti e il 63% controlla le dichiarazioni presenti sui packaging.
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