Gruppo Caffo 1915, oltre 80 milioni di fatturato, diventa proprietario di Ferro China Bisleri ceduto dalla multinazionale Diageo come già è stato, in aprile, per l’amarissimo Petrus Boonekamp. Con questa acquisizione l’azienda calabrese prosegue la sua operazione di rilancio di brand storici italiani, partita nel 2013 con Elisir Borsci S. Marzano.

Ferro China Bisleri, nota specialità a base di ferro e corteccia china, sarà nei prossimi mesi, protagonista di un’ampia operazione di revival in Italia e nel mondo. Per molti anni, infatti, il marchio è rimasto quiescente nel portafoglio di Diageo, che non ha mai puntato al suo rilancio, fino ad arrivare a cessarne la distribuzione.

In verità, Ferro China Bisleri vanta una grande storicità e memorabilità del marchio, un potenziale che la famiglia Caffo ha riportato a casa, con un lungo lavoro.

“Noi che siamo nati in questo settore, conosciamo bene la potenzialità del marchio Bisleri. Questa acquisizione rappresenta una grande conquista. Dal 1881, ha attraversato con gli italiani guerre, epidemie, carestie e viaggiato con i nostri emigrati in ogni angolo del mondo”, racconta il presidente, Giuseppe Caffo.
Prosegue Sebastiano Caffo, amministratore delegato: “Il nostro primo obiettivo sarà di riposizionare questo storico marchio con la sua identità originaria, a metà tra la galenica e la liquoristica; su questo presupposto, abbiamo costituito una nuova società che si occuperà anche di sviluppare nuove specialità: la prima diversificazione è già allo studio”.

Al tavolo delle trattative con Diageo si sono presentati gli stessi attori della complessa transazione di Petrus Boonekamp tra cui Andrea Scarsi, responsabile delle attività di Mid-Cap Advisory in Equita. Le acquisizioni sono state gestite come due operazioni distinte e separate e, nel caso di Ferro China Bisleri, è stata costituita una new company con lo stesso nome della società originaria creata dal fondatore e detentrice del marchio, ovvero Felice Bisleri& C. con sede a Milano.

Felice è stato un garibaldino con la passione per la chimica, l’erboristeria e i liquori che nel 1881 è riuscito a portare sul mercato, prima italiano e poi mondiale, il suo prodotto riconosciuto da tutti per le virtù ricostituenti e salutari. Il prodotto era utilizzato in famiglia come cura per l’astenia, la debolezza, come ricostituente dopo le malattie e persino come rimedio per il corpo durante le epidemie di malaria e colera. Il tutto grazie al suo ingrediente principale, il ferro. È risaputo, inoltre, che dalla China (altro elemento base di questa specialità), si estrae il chinino usato per lungo tempo come cura per la malaria.

L’infuso, già in lavorazione negli stabilimenti di Caffo, sarà proposto secondo la ricetta originale, con un tenore alcolico di 21 gradi, seguendo per intero e nei dettagli la ricetta storica manoscritta da Bisleri.

Nel rilanciare il brand, Gruppo Caffo 1915 si avvarrà della sua capillare ed efficiente rete commerciale, con un’attenzione particolare al mercato italiano e, per quanto riguarda l’estero, soprattutto verso i mercati sudamericano e australiano.

In questo momento, data la contingenza, il prodotto sarà disponibile esclusivamente online, presso caffo.store nella versione da 50 cl. e successivamente, già da fine giugno, nella bottiglia da 70 cl. La confezione sarà sempre la stessa, originaria del 1881, leggermente ripensata, con un soft restyling.

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