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Bufera di polemiche sulle domeniche di apertura

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Bufera di polemiche sulle domeniche di apertura

Bufera di polemiche sulle domeniche di apertura

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Fabio Massi
Ieri, domenica 4 marzo, ricorreva la Giornata di sensibilizzazione sul valore della domenica come giorno non lavorativo. L’iniziativa, secondo quanto riporta in un comunicato Radio Vaticana, era stata promossa dalla European Sunday Alliance, l'Alleanza europea per la domenica, coordinamento del quale fa parte anche la Commissione degli Episcopati delle Comunità Europee.

Susanna Camusso, segretario generale di Cgil, intervistata dal quotidiano “Avvenire”, ha preso spunto dalla circostanza, per sottolineare come non sia certo l’offerta di un valore concreto quella di passare la domenica al centro commerciale e come anche la gdo non fosse, a suo tempo, di parere unanime nei confronti dei provvedimenti del Governo.

Nel contempo Filcam Cgil ha organizzato un presidio di protesta alle porte dello “shopping center” Cinecittà 2, a Roma. A questo avvenimento si è unita la voce di altri enti, come Uiltucs Uil, per invocare il rispetto della giornata domenicale come momento di riposo.

I manifestanti, dal canto loro, hanno invitato apertamente a boicottare gli acquisti durante il giorno di festa.

Il concetto della salvaguardia della domenica è stato ribadito anche dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, mentre alcuni esponenti palamentari hanno annunciato di voler portare la questione all’attenzione del dibattito in aula, pur volendo trattare lo spinoso nodo in un’ottica puramente laica.

Quello che però non è stato considerato è che ci troviamo in un gravissimo momento di recessione, dove tutelare la libertà di impresa è fondamentale. Ovviamente tutto deve svolgersi all’insegna del massimo rispetto, lasciando le decisioni personali alla coscienza e alla fede di ciascun lavoratore.

I centri commerciali, quelli che sarebbero un “non valore”, fanno il pienone alla domenica e le catene segnalano incrementi a due cifre delle vendite, con profitti che permettono di compensare le perdite, anche gravi, registrate fra lunedì e venerdì, quando la gente ha meno tempo da dedicare allo shopping. Certo la legge - una legge che oggi molti Paesi europei ci invidiano - non può essere coercitiva, visto la sacralità della giornata, ma deve comunque offrire delle opportunità al sistema economico ovviamente, lo ripetiamo, nel rispetto di ogni credo e di ogni idea.
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