Annunciata varie volte e varie volte parzialmente smentita o rettificata, è andata in porto nel week-end la trattativa per l’acquisizione, da parte di Bauli, di Bistefani. In effetti, nell’inseguirsi dei sì e dei no, Alberto Bauli era sempre stato molto chiaro, dicendo che l’antica azienda di Casale Monferrato, titolare di marchi prestigiosi come Krumiri, Girella, Buondì, YoYo e Ciocorì, gli interessava parecchio.

E così oggi l’imprenditore veronese si ritrova in mano un gruppo con un giro d’affari che passa in un solo colpo da 420 a 500 milioni di euro. I 140 addetti dello stabilimento di Villanova conservano il proprio posto, passando sotto la bandiera del nuovo proprietario, che detiene, oltre ai famosi prodotti da forno da ricorrenza, i biscotti Doria, Casalini e il marchio Motta, il tutto per un organico di 1.100 persone.

C’è un’amicizia ventennale tra Alberto Viale, presidente di Bistefani e Alberto Bauli e dunque la vendita, i cui termini finanziari rimangono per ora riservati, è stata in qualche modo agevolata. La famiglia Viale lascia un’impresa tutto sommato in salute, con un fatturato superiore ai 75 milioni e con un bel portafoglio di referenze. Quello che ha portato alla vendita sono i debiti prevalentemente dovuti a Luigi Viale Spa, che lavora nella gdo con il marchio Dimeglio: 84 punti di vendita, perdite per 43 milioni su vendite di 80. Una situazione allarmante che ha spinto i due principali creditori, Unicredit e Intesa San Paolo a revocare linee di credito per 27 milioni, anche in seguito alla richiesta di concordato.

Certo i Krumiri passano in buone mani: Alberto Bauli è un grande imprenditore, forse uno dei più brillanti del dolciario, uno dei primi ad avere capito che bisogna diversificare su prodotti non stagionali, se si vuole sfondare, dato che la ricorrenza è praticamente un business in perdita, esposto a una logica di prezzi calanti, come tutti i beni di occasione, sui quali i clienti hanno un potere di trattativa praticamente assoluto. Quello che fa riflettere è che sia ormai il sistema bancario a decretare la vita e la morte delle aziende, abdicando sempre di più dal proprio ruolo di sostegno allo sviluppo economico e alla ristrutturazione del debito.