Biologico: la quota della Gdo sale al 47 per cento
Biologico: la quota della Gdo sale al 47 per cento
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In dieci anni, dal 2010 al 2020, i supermercati sono diventati la forza motrice del biologico e la loro quota, sul mercato interno, è salita dal 27 al 47 per cento.
I negozi specializzati, invece, sono scesi dal 45 al 21 per cento.
Le vendite di alimenti bio in Gdo sono oggi valutate in 2 miliardi di euro, anche se, forse per effetto del consolidamento del canale, la crescita rallenta: +2% nel 2019, +5% nel 2020, mentre, negli anni precedenti, si viaggiava a due cifre, con punte fino al 43 per cento.
Questi i dati salienti di ‘Focus Bio Bank, Supermercati e specializzati 2020’, volume di 92 pagine, appena pubblicato da Bio Bank e consultabile sulla piattaforma Issu.
Parallelamente continua a crescere anche il numero di prodotti bio a marchio della grande distribuzione, passati dai 4.300 del 2018 ai 4.700 del 2019, segnando un +8 per cento. Anche in questo caso si nota però una frenata rispetto ai 4 anni precedenti e restano 26 le catene censite.
Nel 2019 è entrata nel rilevamento Leader Price, con una dote di 65 referenze a marchio Leader Price Bio, ma è uscita Auchan, acquisita da Conad.
Hanno confermato la propria leadership Coop, con 750 referenze bio a marchio proprio, seguita da Esselunga, con 485 e da Pam Panorama, con 366. Solo 9 insegne della Dmo hanno meno di 100 referenze e si tratta in gran parte di discount. Da segnalare che 8 gruppi hanno, nel proprio paniere Mdd, anche alimenti equosolidali.
Avanzano anche le marche della cosmesi bio o naturale, presenti in 11 catene, ma la crescita, osserva Bio Bank “è frenata dalla mancanza di una normativa europea e dalla scorciatoia del prodotto un po' più ‘verde’ ma non certificato”.
Sul versante degli specializzati le vendite 2020 sono di 924 milioni di euro con un +8% e una rete di 1.339 negozi rilevati nel 2019 (-1%). Sembra rallentare il fenomeno delle chiusure, ma resta comunque elevato il turnover, con più di 200 negozi in entrata e altrettanti in uscita.
A gettare la spugna sono soprattutto i piccoli rivenditori, che hanno fatto la storia del biologico, mentre crescono quelli con superfici oltre i 150 metri quadrati.
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