Con l’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, diventa finalmente legge, anche in Italia, la normativa europea contro le pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare, sia fra imprese, sia in materia di vendita dei prodotti, a prescindere dai rispettivi fatturati dei contraenti.

L’iter di trasposizione nel nostro ordinamento della direttiva Ue 2019/633 del 17 aprile 2019 è cominciato a giugno 2019, con il via libera della Camera. Il ritardo nell’adozione delle regole europee ha recentemente comportato l’avvio della procedura d'infrazione per 12 Paesi, tra i quali il nostro.

Non sarà più possibile imporre condizioni contrattuali eccessivamente gravose, come la vendita di prodotti agroalimentari a prezzi al di sotto dei costi di produzione. Secondo gli intenti del legislatore vengono definitivamente riequilibrati i rapporti di forza fra le parti negli scambi commerciali, garantendo una posizione più equa per gli agricoltori e i produttori.

In particolare, a essere spazzate via sono pratiche come le aste al doppio ribasso. A vigilare sarà l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi, attraverso il proprio dipartimento agroalimentare.

Esulta l’associazione ambientalista Terra!, da molti anni in prima linea nella denuncia dello sfruttamento del lavoro nei campia: “La messa al bando delle aste rappresenta un pezzo di una battaglia più ampia, quella per il riequilibrio dei rapporti di potere nella filiera. L'approvazione di questo divieto oggi suona come la vittoria di migliaia di produttori agricoli, che subiscono lo strapotere della Gdo - che nel nostro Paese commercializza il 70 per cento dell'ortofrutta circa - e di migliaia di lavoratrici e di lavoratori agricoli”.