di Emanuele Scarci
A febbraio la tensione nel carrello della spesa sale dal 12 al 13% rispetto
a un anno fa. I dati diffusi da Istat sui prezzi al consumo evidenziano
un’inflazione generale in rallentamento al +9,2% rispetto al +10% di gennaio:
probabilmente per il taglio delle tariffe dell’energia e delle materie prime. Ma
nel carrello spesa (composto dai prodotti alimentari e da quelli per la cura
della casa e della persona) si scaricano ancora gli aumenti residui dell’industria
in sospeso dall’anno precedente.
“Nonostante si inizino a rilevare i primi segnali di un rallentamento
dell’aumento generalizzato dell’inflazione, per effetto del sostanziale calo
dei costi dei beni energetici - commenta Carlo Alberto Buttarelli, direttore
delle relazioni con la filiera di Federdistribuzione -, permane un
sentiment diffuso di incertezza sul piano economico e servirà ancora diverso
tempo per attenuare gli effetti dell’aumento dei prezzi, che resta tra le
preoccupazioni principali delle famiglie italiane”.
Lista della spesa corta
L’impennata generalizzata dei prezzi del 2022 e la coda del 2023 ha eroso
il potere d’acquisto delle famiglie e, di conseguenza, ha tagliato la lista della spesa.
“Oggi continuiamo a registrare una contrazione dei consumi nel comparto
del food – aggiunge Buttarelli - con un calo a volume tra i 4 e i 5 punti
percentuali rispetto a un anno fa”.
Poi Buttarelli conclude: “Oggi da parte delle nostre aziende non ci sono le condizioni per assorbire nuovi incrementi dei prezzi, ci auguriamo che i chiari segnali di rallentamento sui costi dell’energia e delle materie prime di queste settimane portino anche il sistema industriale ad agire in questo senso e porre un freno alla spinta agli aumenti”.