di Emanuele Scarci

Con lo spezzatino di L’Alco poco più del 60% della rete commerciale trova un compratore.

Otto cash&carry passano a Migross e 17 supermercati a Conad. In tutto 25 punti vendita su 44 della rete di L’Alco in concordato preventivo. Il tribunale fallimentare di Brescia ha finora recuperato poco più di 54 milioni per ristorare i creditori.

L'Alco è la società che insieme a Gestione Centri Commerciali gestiva i marchi Despar, Eurospar, Interspar e Altasfera Cash&Carry nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Pavia e Lodi.

Sì dell’Antitrust

In questi giorni è arrivato il via libera dell’Antitrust allo shopping della veronese Migross, consentendole di mettere piede nel business dei cash&carry grazie alle 8 strutture a insegna Altasfera. L’asta è stata aggiudicata a Migross con un’offerta da 31,5 milioni di euro (cioè la base d’asta).

Tre punti vendita bresciani sono localizzati a Rovato, Lonato e Braone, gli altri a Busto Arsizio (Varese), Crespiatica (Lodi), San Martino Siccomario (Pavia), Segrate (Milano) e Varedo (Monza). Nel 2020 i cash&carry hanno fatturato 45,7 milioni di euro.

Dal suo canto Migross controlla quasi 100 punti vendita di varie tipologie e dimensioni in Veneto e Lombardia. Il retailer è controllato dalla famiglia Mion e nel 2020 ha realizzato ricavi per circa 499 milioni di euro.

Sopra la soglia

Lunedì scorso invece Conad, superando l’offerta di Italmark, si è aggiudicata l’asta per l'acquisizione di 17 punti vendita ex L’Alco, quasi tutti nel territorio bresciano che, fino alla chiusura, occupavano circa 250 dipendenti.

Conad ha offerto complessivamente 23,75 milioni. Inizialmente erano stati messi all'asta 15 supermercati, offerta minima 17 milioni, poi diventati 17 con l'inserimento dei negozi di Barbarano di Salò e di Lovere.

Ora Conad dovrà passare sotto la lente dell’Antitrust. Già nel 2019 con l’acquisizione di Auchan Italia i dettaglianti rilevarono 301 negozi, di cui 32 nel Bresciano, ma alcuni furono ceduti per ottemperare alle indicazioni dell’Authority.