Sipo e Agro T18 insieme per sviluppare l'export
Sipo e Agro T18 insieme per sviluppare l'export
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Due aziende private italiane, con ai vertici la quarta e terza generazione di imprenditori, lanciano una innovativa formula di partnership commerciale per affrontare il mercato globale.
Sipo e Agro T18 sono aziende con una forte specializzazione sull’intera gamma degli ortaggi e ciascuna presenta prodotti d’eccellenza e una grande attenzione comune al territorio di origine e alla filiera di produzione.
Sipo è un’azienda dal forte DNA territoriale, opera in Romagna, la culla dell’ortofrutticoltura italiana ed è specializzata sulle coltivazioni in pieno campo di ortaggi a foglia larga, insalate, indivie, radicchi oltre che su sedani, carote e cavoli a cui si va ad aggiungere un’ampia gamma di ortaggi di nicchia. Agro T18, anch’essa fortemente legata al territorio d’origine e ricca della biodiversità che è la grande forza dell’offerta italiana, si presenta con un’ampia gamma di prodotto.
“Abbiamo scelto Berlino – dichiara Massimiliano Ceccarini, direttore generale di Sipo - perché volevamo presentarci ad una platea internazionale di operatori. Abbiamo deciso di invitare anche i nuovi clienti esteri in Romagna a maggio in occasione di Macfrut. La nostra proposta vuole proprio centrare la domanda crescente del mercato internazionale di prodotto di altissima qualità, garantito da esperienza e professionalità e disponibile con quella fliessibilità che solo aziende dinamiche come le nostre possono offrire”.
“La scelta di unire le forze - dichiara Edoardo Ramondo, amministratore delegato del gruppo T18 – è una grandissima occasione di crescita e di sviluppo per realtà come le nostre. Per affrontare le sfide del mercato di oggi occorre internazionalizzare, garantire continuità di fornitura e servizi senza perdere il legame con il territorio e le tipicità e selezioni che caratterizzano le produzioni locali".
Innovazioni, nuovo packaging ma anche alleanze strategiche come quella di SIPO E AGRO T18 potranno offrire nuovi sbocchi su mercati finora poco presidiati dalla produzione italiana, mantenendo sempre la filiera corta ed il controllo diretto sulle produzioni.
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