di Emanuele Scarci

Domani, 22 dicembre, sciopero degli addetti del commercio e della grande distribuzione per sollecitare il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto da 3 anni.
Federdistribuzione annuncia, da un lato, che i retailer “ridurranno al massimo gli eventuali disagi per i clienti e garantiranno l’operatività all’interno dei punti vendita”; dall’altro, “di poter riprendere al più presto la trattativa con la rappresentanza sindacale, proseguendo il confronto su tutti i temi oggetto di negoziazione, con particolare attenzione all’individuazione di incrementi salariali sostenibili, che tengano conto sia delle difficoltà dei lavoratori, in anni di inflazione crescente, sia della tenuta economica delle imprese in una congiuntura che resta complessa”.

Due strategie

Il comunicato di Federdistribuzione è della sola federazione della grande distribuzione e non reca la firma di Confcommercio e Confesercenti. A marcare una certa distanza delle diverse strategie negoziali delle associazioni imprenditoriali, ribadite dal presidente Carlo Alberto Buttarelli, a Distribuzione Moderna, dopo il fallimento del meeting del 7 dicembre con i sindacati finalizzato all’espletamento del tentativo preventivo di conciliazione previsto dalla legge.
“… Fin da subito - dichiarò Buttarelli - abbiamo ritenuto queste richieste di Confcommercio (revisione di alcuni istituti salariali e normativi ndr) non condivisibili. Abbiamo dato disponibilità alle rappresentanze sindacali per un incontro nel più breve tempo possibile”.

Nel comunicato odierno, Federdistribuzione ribadisce “di aver mantenuto un atteggiamento sempre aperto al dialogo nel corso del negoziato e che la decisione delle organizzazioni sindacali di indire uno sciopero non aiuta in questa fase a ridurre la complessità della trattativa”.