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Prezzi caldi: a luglio scontrini più alti ma meno prodotti (-3,6%) nel carrello della spesa

Prezzi caldi: a luglio scontrini più alti ma meno prodotti (-3,6%) nel carrello della spesa
Prezzi caldi: a luglio scontrini più alti ma meno prodotti (-3,6%) nel carrello della spesa

Prezzi caldi: a luglio scontrini più alti ma meno prodotti (-3,6%) nel carrello della spesa

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Si abbatte la scure dei prezzi sui consumi alimentari.

Scontrini più alti ma meno prodotti nel carrello delle famiglie. A luglio le vendite al dettaglio di prodotti alimentari rilevati da Istat si sono contratti a volume del 3,6%, ma sono aumentati a valore del 6,1% rispetto a luglio 2021.

Quali i trend della distribuzione? Nei canali ipermercati e super, il balzo a valore delle vendite è stato intorno al 7%; i discount hanno segnato oltre il +12%. Segno che anche i negozi low cost hanno aumentato i prezzi, ma sono riusciti a calamitare una parte delle vendite degli altri canali.

Nel computo generale di Istat, a luglio sono aumentate le vendite di non food, sia a valore (+2,7%) che a volume (+1%). Determinanti i prodotti di telefonia, informatica ed elettrodomestici.

Allarme Federdistribuzione

Commenta Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni con la filiera di Federdistribuzione. "Sulla contrazione dei consumi pesa il clima d’incertezza delle famiglie, che per difendersi dall’aumento dei prezzi stanno modificando le proprie scelte d’acquisto. Registriamo infatti una contrazione delle vendite di prodotti di fascia premium e una crescita delle fasce di primo prezzo, segno di un orientamento maggiore alla convenienza. In questo contesto, inoltre, cresce la ricerca di prodotti con un ottimo rapporto qualità-prezzo, come quelli a marca del distributore, che registrano una crescita di un punto percentuale della quota di mercato. Oggi, la pressione dei costi energetici, più che triplicati in poche settimane, mette a rischio la tenuta economica delle imprese che, senza interventi immediati da parte del Governo, potrebbero essere costrette a chiudere numerosi punti vendita. Un’incidenza così forte dei costi sui conti economici delle aziende rischia altresì di alimentare ulteriormente la spirale inflazionistica del Paese e appesantire il peso del carrello della spesa di altri 2 o 3 punti percentuali, rispetto al +9,7% già registrato ad agosto".

Secondo Assoutenti “gli italiani, per far fronte alla crisi in atto, tagliano acquisti primari come il cibo, un segnale decisamente sconfortante. Ma soprattutto i numeri dell’Istat evidenziano come siano cambiate le abitudini delle famiglie, che puntano sempre più sul risparmio dirottando gli acquisti verso i discount alimentari, le cui vendite a luglio aumentano del +12,3% su base annua”.

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