Aggiornato a
Iscriviti alla nostra newsletter

Pastificio Felicetti: il packaging di carta è più sostenibile, ma in quale misura?

Pastificio Felicetti: il packaging di carta è più sostenibile, ma in quale misura?
Pastificio Felicetti: il packaging di carta è più sostenibile, ma in quale misura?

Pastificio Felicetti: il packaging di carta è più sostenibile, ma in quale misura?

Information
Redazione

Il pastificio Felicetti ha avviato da tempo l’introduzione di confezioni in carta al 100%, ma ha anche commissionato una ricerca all’Università di Trento per rispondere a una domanda molto semplice: il packaging di carta è più sostenibile, ma in quale misura?

br>

Il risultato è interessante e niente affatto scontato. I ricercatori dell’ateneo trentino – che hanno compiuto un’analisi Lca (Life cycle assessment) valutando il ciclo di vita delle due soluzioni di imballaggio, in carta e in plastica – certificano che il pacchetto di carta riduce in maniera decisamente consistente gli impatti ambientali per le due fondamentali categorie di indicatori: -30% riscaldamento globale, -57% consumo di fonti non rinnovabili. Di contro, lo stesso studio evidenzia che molto resta da fare per migliorare ulteriormente la performance sul fronte dei consumi. Il volume maggiore del materiale (la carta ha più massa della plastica) in fase di confezionamento comporta una minore velocità di avanzamento dell’impianto, quindi consumi comunque elevati.

Tra le curiosità emerse dallo studio anche il minor impatto della pasta lunga rispetto a quella corta, per le dimensioni delle confezioni che incidono sulla pallettizzazione, consentendo una riduzione complessiva della massa degli imballaggi.

Più in generale, l’analisi di Lca – che tecnicamente ha lo scopo di quantificare le prestazioni di un prodotto considerando l’intero ciclo di vita, dall’estrazione/produzione delle materie prime fino allo smaltimento – mette in luce che per tutte le tipologie di pack esaminate il maggior costo ambientale non è da ascrivere al confezionamento. In realtà sono le fasi upstream (ovvero l’estrazione e raffinazione delle risorse, la produzione di elettricità/carburanti, il trasporto, ecc.) e core (produzione industriale) le più onerose per il pianeta. Per la pasta il cosiddetto downstream – che comprende le operazioni di confezionamento, il trasporto al cliente finale/distributore e il fine vita del prodotto – impatta molto di meno.

  • Ti è piaciuto l'articolo?

    Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.

       
    EdizioniDMh50  

Logo Ristorazione Moderna

distribuzionemoderna.info

- Copyright © 2024 Edizioni DM Srl - Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano | P. IVA 08954140961 - Tutti i diritti riservati | Credits