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Nestlé promuove una ricerca sul consumo dei cereali integrali
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Nestlé promuove una ricerca sul consumo dei cereali integrali
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Che i cereali integrali ‘facciano bene’ è un dato ormai acquisito non solo dagli addetti ai lavori ma anche dai comuni cittadini. E che sempre più italiani consumino il cereale nella sua interezza è confermato proprio dalla ricerca di Nestlé: un terzo delle donne italiane infatti mangia abitualmente cereali a colazione.
L’indagine sulle donne commissionata da Nestlé all’Istituto di ricerca ALES ha dimostrato che i cereali integrali possono essere considerati una cartina tornasole per indicare un corretto stile di vita: le donne che si alimentano abitualmente con i cereali non raffinati hanno infatti, più delle altre, l’abitudine dei 5 pasti al giorno (lo spuntino prima di pranzo: 55% contro 40% e la merenda 79% contro 56%) e di una colazione più varia. Chi consuma abitualmente cereali integrali rispetto agli altri intervistati, inoltre, associa preferibilmente latte (38% contro 23%), yogurt (43% e 20% rispettivamente), spremute (25% contro 11%), miele (21% contro 9%).
Tra i consumatori però resta ancora molto da fare in termini di informazione corretta: la metà della popolazione ignora infatti la differenza tra cereali integrali e cerali raffinati. Nei cereali integrali, infatti, oltre alla fibra c’è di più, come dimostrano i numerosi effetti positivi che si associano ad una dieta ricca di cereali integrali: la riduzione del rischio di patologie cardiovascolari, la diminuzione della probabilità di aumentare di peso nel tempo e il miglioramento della sensibilità insulinica, fattore importante per la prevenzione del diabete.
L’indagine sulle donne commissionata da Nestlé all’Istituto di ricerca ALES ha dimostrato che i cereali integrali possono essere considerati una cartina tornasole per indicare un corretto stile di vita: le donne che si alimentano abitualmente con i cereali non raffinati hanno infatti, più delle altre, l’abitudine dei 5 pasti al giorno (lo spuntino prima di pranzo: 55% contro 40% e la merenda 79% contro 56%) e di una colazione più varia. Chi consuma abitualmente cereali integrali rispetto agli altri intervistati, inoltre, associa preferibilmente latte (38% contro 23%), yogurt (43% e 20% rispettivamente), spremute (25% contro 11%), miele (21% contro 9%).
Tra i consumatori però resta ancora molto da fare in termini di informazione corretta: la metà della popolazione ignora infatti la differenza tra cereali integrali e cerali raffinati. Nei cereali integrali, infatti, oltre alla fibra c’è di più, come dimostrano i numerosi effetti positivi che si associano ad una dieta ricca di cereali integrali: la riduzione del rischio di patologie cardiovascolari, la diminuzione della probabilità di aumentare di peso nel tempo e il miglioramento della sensibilità insulinica, fattore importante per la prevenzione del diabete.
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