Nel 2022 vendite di vino nella Gdo in calo del 7% a volume. Valore giù del 4% a 2,8 miliardi
Nel 2022 vendite di vino nella Gdo in calo del 7% a volume. Valore giù del 4% a 2,8 miliardi
- Information
di Emanuele Scarci
Doccia fredda per il business del vino.
Prezzi in aumento e picchiata degli acquisti
nella distribuzione moderna. L’indagine congiunturale dell’Osservatorio
Uiv/Vinitaly, presentata oggi a wine2wine di Veronafiere, prevede che nel 2022
le vendite in generale in Italia cresceranno dell’1% a valore (grazie all’aumento
dei prezzi) con volumi stabili per effetto del traino dell’Horeca e delle
vendite dirette.
Spacchettando il dato, nella grande distribuzione le vendite a volume scivoleranno
del 7% e a valore del 4% a 2,8 miliardi di euro. Le imprese produttrici hanno
chiesto ai retailer aumenti di listino del 12%, ma solo il 7% del prezzo medio è
finito sugli scaffali. Il residuo 5% sarebbe rimasto in pancia ai fornitori.
Non va meglio nella grande distribuzione europea e negli Usa, mercati di
riferimento del nostro export. In Germania, secondo i dati NielsenIQ elaborati
dall’Osservatorio del Vino UIV-Vinitaly, a tutto settembre le vendite a volume
di vini fermi tricolori sono calate del 9% e quelle di spumante del 17%.
Rosso lampeggiante anche nel Regno Unito: i vini fermi chiudono a -11% nel
cumulato da gennaio a settembre, mentre gli spumanti restano sotto del 14%.
Infine, negli Stati Uniti, nei primi 9 mesi dell’anno, il volume di vini fermi
venduti presso l’off-premise monitorato da NielsenIQ è sceso dell’8%, contro una
media di mercato del 6,5%.
Accise nel mirino
Il balzo dei costi sostenuti dalle aziende è al centro dell’azione di Governo che “intende agire anche sul fronte delle accise” ha confermato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenuto in videocollegamento in apertura dei lavori.
Il ministro, dopo aver ribadito “la centralità di Veronafiere nel sistema fieristico italiano” ha sottolineato che “Il vino fa parte dell’ossatura economica e culturale dell’Italia, grazie a un sistema produttivo che ha fatto della qualità la propria bandiera, oltre che elemento competitivo su scala globale. Per questo dobbiamo tutelare il nostro modo di produrre che è spesso oggetto di aggressione normativa. Su questo abbiamo dato un segnale anche in Europa votando convintamente contro il taglio del vino ai fondi della promozione orizzontale”.
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