Secondo i dati diffusi dal Ced del Ministero delle
Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, a dicembre sono state
immatricolate 86.679 autovetture con un calo del -27,5% sul pari mese 2020 e
-38% su dicembre 2019. Tale risultato porta l’anno appena concluso a
consuntivare 1.457.952 unità, con un magro recupero del +5,5% sull’anno horribilis
2020 e un pesante affondo del -24% sul 2019, con oltre 450.000 unità perse.
«Si è chiuso un altro anno davvero complicato per le nostre
imprese e più in generale per l’intero settore automotive avvolto in un potente
vortice trasformatore, tra trascinamento della pandemia, crisi dei microchip e
delle materie prime e corsa all’elettrico», ha dichiarato Adolfo De Stefani
Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.
«Nonostante le interlocuzioni rassicuranti con i
rappresentanti del Governo e del Parlamento, nella Legge di bilancio 2022 – ha continuato De Stefani – non c’è alcuna traccia di un piano pluriennale in grado
di accompagnare la transizione ecologica del settore. In un contesto in cui la
propensione all’acquisto di autoveicoli da parte dei consumatori è già
abbastanza confusa e incerta, la discutibile decisione del phase out delle auto
con motore a combustione interna a partire dal 2035 annunciata dal CITE
(Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica) il mese scorso e la
mancanza di incentivi auto per lo svecchiamento del parco circolante, sono
fattori che andranno ad aggravare ulteriormente l’andamento del mercato auto
con impatti negativi sulle imprese italiane, l’occupazione e la tenuta della
filiera nel suo complesso. Purtroppo, lo stanziamento di un fondo di 150
milioni per il sostegno alle attività economiche maggiormente colpite
dall’emergenza sanitaria, tra cui gli operatori dell’automotive, avvenuto con
l’approvazione della manovra finanziaria, non è adeguata alle necessità del
settore, il quale più che di ristori necessita di sostegni efficaci alla
domanda per l’acquisto di veicoli a zero e basse emissioni, funzionali alla
riduzione progressiva della CO2».
«Riteniamo – ha proseguito De Stefani – che un arco temporale di
soli 13 anni per passare definitivamente alla vendita di auto elettriche, in
mancanza di un piano programmato e organico, sia un periodo troppo breve per
riconvertire adeguatamente tutto l’indotto del settore. Inoltre, non
dimentichiamoci che i comportamenti di acquisto non si modificano a suon di
normative bensì creando un sistema favorevole alla disruption attesa che, dal
nostro punto di vista, deve contemplare la rimodulazione della fiscalità auto,
un piano di incentivi fondato sulla neutralità tecnologica per il rinnovo del
parco autovetture e veicoli commerciali leggeri e la celere realizzazione di
una rete di ricarica elettrica efficiente e capillare sulla rete stradale,
urbana, extraurbana e autostradale»..
Dal punto di vista delle alimentazioni, a dicembre benzina
(-42,1%), diesel (-42,3%), metano (-46,5%), elettriche pure (-15,3%) e plug-in
(-8,3%) sono in discesa, stabili Gpl (-0,4%) e ibridi elettrici (+0,8%). Nel
confronto 2021 vs 2020 le auto diesel hanno perso il -28,5% con una quota di
mercato arrivata al 22,2% dal 39,9% del 2019; le auto a benzina sono calate
nell’anno del -16,3% con una rappresentatività sul mercato del 29,9%; il gpl ha
visto un incremento del +14,3% (quota al 7,3%) mentre il metano ha registrato
-0,6% (quota al 2,2%). Infine, le auto plug-in e le ibride elettriche (HEV)
sono cresciute rispettivamente del +138,6% e del +93% con una rappresentatività
sul mercato giunta al 4,6% e al 29,2%, mentre le auto elettriche hanno
raggiunto le oltre 67.000 unità immatricolate (+102,5%) e una quota di mercato
pari al 4,6%.
Tra i canali di vendita, nel mese di dicembre quello dei
privati ha subito un brusco calo del -29,8% mentre nel periodo 2021/2020
l’aumento è leggero e pari al +4,2% (quota di mercato 2021 al 63%); le
immatricolazioni a società hanno registrato nel mese una diminuzione del -27,3%
mentre su base annua il recupero è del +3,3% (quota di mercato 2021 pari a
14,1%); il noleggio ha segnato, invece, -18% nel mese e +11,2% nell’anno (quota
al 22,8%).