Mc Donald’s aderisce a Filiera Italia, patto fra filiera agricola, industria e retailer
Mc Donald’s aderisce a Filiera Italia, patto fra filiera agricola, industria e retailer
- Information
di Emanuele Scarci
McDonald’s entra in Filiera Italia, la fondazione promossa da Coldiretti e che riunisce big dell’industria alimentare oltre che le catene commerciali Conad e Carrefour.
Big Mac dovrebbe essere l’84esimo socio della compagine guidata dal consigliere
delegato Luigi Scordamaglia. Lo statuto della fondazione dichiara
esplicitamente di puntare al cibo 100% italiano, promuovere i contratti di
filiera, lavorare per un’etichettatura trasparente e non piegata agli interessi
delle multinazionali. Attorno a questi obiettivi, Filiera Italia ha raccolto
imprese come Amadori, Aia, Inalca, De Cecco, Beretta, La Doria, Loacker, Granarolo
e tante altre.
Il perché dell’adesione di McDonald’s Italia alla fondazione lo spiegherà con
precisione il ceo Dario Baroni in un comunicato che verrà diffuso lunedì 3 ottobre.
La percezione esterna è che McDonald’s, nel nostro paese da oltre 30 anni, completi
il processo di “italianizzazione” dell'hamburger (85% di fornitori). La società è
da decenni legata contrattualmente alla carne bovina del gruppo Cremonini (di
cui uno degli ad è Scordamaglia) e a quella di pollo di Amadori, oltre che di vari
altri prodotti della filiera Dop nazionale.
Lungo corso
Il percorso
della multinazionale americana nel nostro Paese è iniziato nel 2008 con le
prime forniture di Parmigiano reggiano, seguite da Speck Alto Adige, aceto
Balsamico, olio extravergine, mele della Valtellina. Insomma un paniere ricco
che include anche bacon (fornito da Cremonini e Beretta), latte (Granarolo) destinato
a panini e gelati, torte e brioche (Bindi e Cupiello), insalata e verdura
fresca (Bonduelle).
McDonald’s Italia conta una rete di 640 ristoranti con 140 licenziatari che
servono quotidianamente 1 milione di clienti.
Con l’ingresso di Mc Donald’s, Filiera Italia rafforza ulteriormente il
legame tra industria e retailer. Fumo negli occhi per Federalimentare che l’ha
sempre vissuta come un concorrente. Poco più di 2 anni fa in un comunicato
stampa sulle etichette a batteria, Filiera Italia si autodefinì “l’associazione
che rappresenta il meglio del Made in Italy agroalimentare”. Il presidente di
Federalimentare Ivano Vacondio (oggi in scadenza di mandato) insorse osservando
che “sarebbe meglio chiarire che la rappresentanza delle imprese dell’industria
alimentare spetta a Federalimentare. Filiera Italia deve invece occuparsi
dei contratti sottoscritti tra aziende agricole e imprese trasformatrici.
Ribadisco che Federalimentare intende collaborare con Coldiretti, quale
rappresentante autorevole del mondo agricolo. Ma dopo quest’ultima gaffe,
facciamo sempre più fatica a comprendere ruolo e funzione di Filiera
Italia”.
Sportellate
L’anno
scorso invece l'incidente si è consumato all’interno di Filiera Italia. In occasione
del convegno di Bormio di The European House Ambrosetti, nel suo
intervento l’ad di Conad Francesco Pugliese richiamò l’attenzione del
presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, dicendo: “Usciremo da Filiera
Italia dopo il via libera dato all’ingresso di Carrefour. Conad è entrata
per difendere i piccoli produttori italiani e l’italianità. Altrimenti
costituite un club dei distributori esteri”.
Subito dopo Pugliese rassicurò Prandini, seduto in platea: “Scherzavo quando
dicevo che saremmo usciti da Filiera Italia, ma il mio vuole essere uno
stimolo”.
Infine, circa 3 anni fa, il gigante globale Ferrero, socio della prim’ora dell’associazione guidata da Coldiretti, uscì in punta di piede per divergenze mai chiarite.
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